Rifiuti, dopo chiusura impianto di Trapani e proteste delle SRR la Regione trova due siti alternativi

SCIACCA. Verranno trasferiti in due discariche alternative individuate dalla Regione i rifiuti solidi di numerosi Comuni della Sicilia occidentale che da una settimana sono in allarme dopo la sospensione del conferimento nell’impianto di Gela dei sovvalli provenienti dal trattamento meccanico biologico effettuato dalla Trapani Servizi. Una sospensione che aveva determinato anche la chiusura dell’impianto trapanese.

Le società di regolamentazione rifiuti della Sicilia occidentale avevano manifestato i propri timori martedi scorso in assessorato, ma non erano emerse soluzioni immediate. Fino a ieri sera, quando Sicula Trasporti e Rap hanno dato la loro disponibilità e l’assessorato regionale all’energia ed alla pubblica utilità ci ha messo una pezza firmando i provvedimenti autorizzativi per lo smistamento e lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati. Da una settimana sono sospesi i conferimenti ed è solo grazie agli importanti risultati in termini di raccolta differenziata raggiunti dai Comuni interessati che il sistema di raccolta sta reggendo. Non si è creata nessuna grave crisi igienico-sanitaria. Ma non poteva certo continuare così.

I problemi erano emersi a seguito di un controllo effettuato dai tecnici Arpa nell’impianto di Gela, dove vengono conferiti i residui del trattamento meccanico biologico dei rifiuti effettuato a Trapani. Dalle verifiche è venuto fuori un superamento dei limiti di conformità del rifiuto al definitivo smaltimento in discarica. Fino al 31 dicembre 2023 vigeva un regime transitorio che consentiva di andare in deroga a questo limite, ma la deroga non è stata più prorogata. Dallo scorso 1 gennaio è in vigore la stretta osservanza del limite per il successivo conferimento in discarica. L’impianto di Gela ha dunque sospeso il conferimento, provocando la chiusura dell’impianto trapanese.

“Da tecnici del settore che sono intervenuti nel corso della riunione – commenta Vito Marsala a capo della Srr di Sciacca – abbiamo appreso che la normativa nazionale, applicata in questa circostanza, mostra delle incongruenze che ne impediscono la piena operatività”.

Marsala dice che queste perplessità sono state condivise dal dirigente regionale del Dipartimento Regionale Acqua e Rifiuti, ma la Regione Siciliana non ha naturalmente nessun potere per intervenire sulla legislazione in materia di rifiuti. Non resta che preparare una nota da inviare al Ministero dello Sviluppo Economico per chiedere una modifica legislativa per un corretta applicazione o, in alternativa, riproporre la deroga.

Questa volta, insomma, il disservizio sembra non sia colpa della Regione e nemmeno dei Comuni: “E’ una questione insita proprio nel trattamento del rifiuto presso gli impianti autorizzati – aggiunge Marsala – il cui accesso è consentito ad elevati costi sostenuti dalle comunità con la Tari. Quello che accade alla Trapani Servizi potrebbe accadere, domani, a tutti gli impianti TMB della Sicilia”.

Da La Sicilia