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RESCISSIONE CONTRATTO GIRGENTI ACQUE, STRADA IN SALITA. LE CONCLUSIONI DEL LEGALE

Le otto pagine del parere (che porta la data del 31 luglio scorso) chiesto allo studio legale Mazzarella di Palermo (cui collaborano da 11 avvocati) circa la rescissione per inadempimenti del contratto con la Girgenti Acque, esprimono appieno la difficoltà di percorrere questa via. Un percorso irto di enormi difficoltà e col forte rischio di incorrere in pesantissimi costi. E tra le due parti “inadempienti”, l’Ati accusa Girgenti Acque di inadempienze, mentre la società idrica imputa al concessionario inadempienze più pesanti che minano il contratto iniziale frutto di una gara pubblica. Contratto concretizzatosi il 27 novembre 2007.

Il lungo e articolato parere dell’avvocato Giuseppe Mazzarella  esamina tutto quanto possibile e risponde al quesito chiesto dall’Ati.  Tralasciando i tecnicismi e i riferimenti a norme e sentenze, il legale al quale è stata chiesta la consulenza conclude così:

“Concludendo, gli istituti previsti dalla L.r. 19/2015 e posti alla base della richiesta di parere non sembrano poter servire all’ATI AG per giungere allo scioglimento del rapporto. Nondimeno, come si è visto, a questo potrebbe comunque tentare di giungersi in altro modo, ora esercitando il riscatto (se è rinvenibile una tempestiva comunicazione di volontà in tal senso e se si è disposti a corrispondere le somme in proposito previste dalla legge e dal contratto), ora ricorrendo all’istituto generale del recesso, ora muovendo per la risoluzione per inadempimento (si intende previa attenta valutazione degli inadempimenti e del peso di essi, con giudizio che deve svilupparsi anche in modo comparativo con eventuali propri inadempimenti e che non involge valutazioni in diritto, ma che deve svolgersi in punto di fatto”.

Pesa, indubbiamente, in un eventuale percorso giudiziario, la non cessione delle reti idriche di 16 Comuni. Una scelta contro l’obbligo della legge. Il Governo Crocetta pensò di “sanare” gli inadempimenti dei Comuni “ribelli” (quelli che non avevano ceduto le reti idriche) con la legge regionale 19/2015. Di fatto premiava i “ribelli”, e “castigava” chi aveva ossequiato la legge. Legge regionale che è stata, recentemente, resa incostituzionale dalla Corte.

Il paradosso che il presidente dell’Ati Ag, Vincenzo Lotà, è anche sindaco del Comune di Menfi, uno dei 16 che non ha ceduto la rete idrica alla Girgenti Acque.

Filippo Cardinale

 

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