Report cani avvelenati: provincia Agrigento quinta in Sicilia, a Sciacca ultimo caso un anno fa

SCIACCA. La provincia di Agrigento è al quinto posto in Sicilia come numero di avvelenamenti di animali d’affezione nel periodo compreso tra il primo gennaio 2020 e il 31 luglio 2022. Il dato emerge dal portale nazionale degli avvelenamenti dolosi degli animali del Ministero della Salute. Il portale è un sistema interattivo che fornisce a tutti gli utenti informazioni su esche e bocconi avvelenati ritrovati sul territorio italiano.

I dati sono caricati direttamente dai veterinari liberi professionisti e non e aggiornati quindi in tempo reale. In provincia di Agrigento nel periodo in questione sono stati segnalati sei episodi di avvelenamento, certificati attraverso gli specifici esami sugli animali o su esche trovata nel luogo del rinvenimento.

La provincia con il maggior numero di episodi di avvelenamento è Trapani con 15, seguita da Catania con 13, Palermo e Siracusa 10. Zero casi, invece, in provincia di Enna. Naturalmente si tratta di casi rilevati e accertati, è molto probabile che siano molti di più e che non ci siano stati rinvenimenti e analisi da parte delle autorità. L’avvelenamento di randagi è purtroppo un grave fenomeno che per fortuna con gli anni si sta affievolendo, anche se in Sicilia sono ancora in tanti a ritenere che senza adeguati strumenti normativi e senza un’adeguata attività da parte delle autorità sanitarie, si debba ricorrere e gesti estremi ed illegali come l’uccisione con il veleno inserito in bocconcini di carne.

Dal portale abbiamo potuto rilevare, grazie alla collaborazione del dirigente medico Gino Raso del servizio veterinario dell’Asp di Agrigento, i Comuni dove si è verificato il ritrovamento di cani morti che in seguito all’autopsia sono risultati avvelenati. Si tratta di via Maroncelli a Grotte (25 febbraio 2020), dove in via Roma c’era stato un altro episodio sospetto che ha poi avuto esito negativo, via Degli Ulivi ad Agrigento (26 Febbraio 2020), via Anna Kuliscioff a Palma di Montechiaro (17 Marzo 2020), via Alcide De Gasperi a Canicattì (18 novembre 2020), via delle Sequoie a Sciacca (9 dicembre 2020), via delle Azalee (6 agosto 2021) e via Pompei (15 aprile 2020), sempre a Sciacca. Analisi specifiche per sospetti casi di avvelenamento di cani e ritrovamento di esche hanno interessato anche i Comuni di Licata e Ribera, ma con esito negativo. E’ bene dire che l’ultimo episodio risale all’agosto del 2021, quindi esattamente un anno fa.

La più recente normativa in vigore da parte del Ministero della Salute è rappresentata da una serie di ordinanze, prorogate e modificate negli anni, riferite al testo con la normativa nazionale e comunitaria. Sulla carta sono un valido strumento per controllare e limitare atti criminosi. Ma è la cultura e il senso civico il limite più difficile da contrastare.

La Regione Siciliana lo scorso giugno ha approvato una legge sul randagismo che prevede alcune novità che possono contrastare la presenza di cani randagi nelle città e limitare ulteriormente le azioni criminose delle uccisioni attraverso bocconi avvelenati. La legge prevede un contributo di solidarietà per ciascuna iscrizione all’anagrafe canina e la possibilità per i Comuni di trattenere gli introiti delle sanzioni ai padroni indisciplinati di animali domestici.

Giuseppe Recca

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