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Reddito di cittadinanza: in Sicilia boom con oltre 200.000 percettori. In provincia di Ag oltre 20.000

SICILIA. Aumentano in Sicilia i nuclei familiari che percepiscono il reddito di cittadinanza. Il dato è nel Bilancio sociale 2020 Inps Sicilia, presentato ieri dal presidente del Comitato regionale Inps Sicilia Mimmo Binaggia, dalla direttrice regionale dell’Inps Maria Sandra Petrotta e dal presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza nazionale Guglielmo Loy.

Il documento riporta che in Sicilia le domande di reddito o pensione di cittadinanza siano state 270.794. Nello stesso anno, sono state accolte 211.821 domande, 46.739 sono state respinte e 47.300 revocate e decadute.

In provincia di Palermo, nel 2019 i nuclei percettori erano meno di 54 mila fino a salire ai quasi 67 mila dell’anno scorso. Quest’anno, quando il dato è ancora parziale e fermo a settembre, il numero dei nuclei percettori del bonus dello Stato è già superiore a quello degli anni precedenti e pari a quasi 74 mila. Allo stesso tempo, però, è anche alto il numero delle prestazioni finite in decadenza o revocate.

Quanto all’importo medio mensile in Sicilia nel 2020 è risultato pari a 577,85 euro, leggermente superiore alla media nazionale di 527,62 euro.

Delle oltre 270 mila, la provincia dalla quale sono pervenute più istanze è quella di Palermo, con una cifra di poco inferiore alle 80 mila (79.797). Di queste, 63.409 domande sono state accolte. Segue la provincia di Catania con 66.685 richieste (52.191 quelle accolte).

Messina con 28.362 richieste. Siracusa e Trapani viaggiano sullo stesso binario con oltre 22 mila istanze, poi Agrigento con oltre 20 mila.

Sotto la soglia delle 20 mila richieste ci sono Caltanissetta con oltre 13 mila, Ragusa con quasi 11 mila, mentre la provincia con meno richieste di reddito di cittadinanza in Sicilia è quella di Enna con oltre 6.500 istanze.

Il dato che emerge, però, è una percentuale elevata di prestazioni poste in decadenza e revocate. Ad ogni rinnovo mensile accade che alcuni nuclei beneficiari risultano non possedere il diritto alla prestazione.

Nel 2020 sono decaduti dal diritto 40.429 nuclei: la causa più frequente è legata alla variazione dell’Isee, che supera la soglia prevista. Tra i motivi di decadenza, ci sono anche i casi in cui cambia la composizione del nucleo familiare. Nel caso in cui l’Istituto viene a conoscenza di un evento non comunicato dal nucleo richiedente dopo l’accoglimento della domanda interviene la decadenza o la revoca.

In Sicilia, in particolar modo, molte domande sono state revocate o poste in decadenza dalle sedi a seguito di segnalazioni provenienti dalle forze dell’ordine, anche in conseguenza del progressivo incremento dei controlli sulle attività lavorative (lavoro nero o non comunicato), sullo stato detentivo, preesistente o intervenuto successivamente all’accoglimento della domanda.

Filippo Cardinale

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