I produttori di vino tornano a brindare dopo un 2024 poco entusiasmante. Per l’anno in corso i big del settore stimano una crescita delle vendite complessive dell’1,7%, e del 2% dell’export. Sul settore, però, incombono alcune minacce, tra cui la scure dei dazi americani. La fotografia del settore emerge dall’indagine dell’Area studi Mediobanca che riguarda 255 principali società di capitali italiane con fatturato 2023 superiore ai 20 milioni e ricavi aggregati per 11,7 miliardi, pari al 94,9% del fatturato nazionale del settore. Nell’anno in corso non si arresta l’ottimismo delle bollicine, con una stima della crescita del 4,4% dei ricavi complessivi, soprattutto Oltreconfine (+6,1%), mentre i vini fermi si aspettano un +0,9% ed un aumento dell’1,2% dell’export. Positivi, ma meno entusiasmanti, i risultati del 2024, con i maggiori produttori italiani di vino che hanno chiuso senza variazioni significative (+0,3%), ed un maggiore aumento sul mercato estero (+0,7%). Spiccano le buone performance Oltreconfine dei vini frizzanti (+9,1%). Dati in crescita per l’internazionalizzazione del vino: oggi quasi una bottiglia su due viene consumata in un Paese diverso da quello che l’ha prodotta, con il rapporto tra export e consumi passato dal 27% del 2000 al 46,6% del 2024. In attivo anche il saldo commerciale: in 20 anni è cresciuto a un tasso medio annuo del 5,5%, passando da 2,6 miliardi del 2004 ai 7,5 nel 2024. L’Italia è, inoltre, il primo esportatore di vino per quantità, con 21,7 milioni di ettolitri nel 2024, e il secondo per valore con 8,1 miliardi dietro solo agli 11,7 miliardi della Francia. In Italia il Veneto si conferma la prima regione vinicola, concentrando un quarto dei quantitativi di vino italiano prodotto. Un primato che si riflette anche sul valore, che supera il 20% del totale nazionale. A seguire la Puglia, con un volume pari al 16,1% del totale e un valore del 12,6%. Per Piemonte e Toscana il peso in volume raddoppia in valore e per entrambe le regioni è prossimo al 10% di quello italiano. Il Veneto guida anche le esportazioni, più del 35% dell’export italiano, doppiando il Piemonte e la Toscana ferme al 15% ciascuna. Sul fronte dei timori per le prospettive di crescita, oltre ai dazi americani, il 50% delle imprese vede come una “minaccia” per il settore il nuovo codice della strada, il 30% teme gli effetti del cambiamento climatico. Per oltre i tre quarti delle imprese del vino italiane, inoltre, le difficoltà della domanda possono essere superate con l’apertura a nuovi mercati.
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