E’ stata chiamato a riferire un dirigente della Polizia di Stato che partecipò all’operazione che si concluse con la cattura del boss superlatitante Bernardo Provenzano
Udienza stamane relativa all’appello del processo Scacco Matto. E’ il filone che si svolse a Sciacca con il rito ordinario. Nell’udienza di stamane è stato ascoltato il Commissario della Polizia di Stato che partecipò all’operazione dell’arresto del super boss Bernardo Provenzano.
Il dirigente di Polizia ha affermato che nel covo dove era nascosto Provenzano, Montagna dei Cavalli, gli unici ad aver accesso erano un certo Marino e Riina (non il boss). Vi era un sistema rigorosissimo di “sicurezza” che non permetteva ad altre persone, al di fuori di queste due persone, di fare accesso nel covo.
Il dirigente di Polizia ha anche spiegato che vi erano altre masserie, ma erano adibite solo solo al ricovero di animali.
L’audizione del Commissario è stata richiesta dal legale di Antonio Giuseppe Perricone, il penalista saccense Giovanni Vaccaro. Secondo l’accusa, il Perricone, classe 1954 di Burgio, sarebbe stato nel covo di Provenzano due giorni prima dell’arresto del boss.
Antonio Giuseppe Perricone è stato condannato in primo grado, processo che si è svolto a Sciacca col rito ordinario, alla reclusione di 12 anni e 6 mesi.
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