Categories: CronacaPalermo

PROCESSO FACE OFF, APPELLO: CONDANNE PER LUIGI E MAURIZIO PENIPENTO, GIOVANNI FAVATA E DOMENICO PARISI. ASSOLTO MARCELLO PANEPINTO

E’ il processo antimafia che riguarda la bassa Quisquina nato dalle dichiarazioni dell’imprenditore antiracket Ignazio Cutrò

La VI Sezione penale della Corte di Appello di Palermo ha parzialmente riformato le condanne inflitte dal Tribunale di Sciacca in primo grado. Ha assolto Marcello Panepinto che era stato condannato a 10 anni dal collegio giudicante del Tribunale di Sciacca. Ha riconfermato l’assoluzione di Vincenzo Ferranti , che era ritenuto dagli inquirenti il capo della cosca mafiosa della bassa Quisquina.

Queste le condanne: Luigi Panepinto,  12 anni di reclusione (13 anni in primo grado); Maurizio Panepinto 13 anni e 6 mesi (14 anni e 6 mesi), Giovanni Favata 12 anni e 3 mesi (13 anni e 3 mesi), Domenico Parisi 14 anni e 9 mesi (15 anni e 9 mesi).

Associazione mafiosa ed estorsione sono le accuse che pendono sugli imputati.

Confermate le richieste delle parti civili, rappresentate dagli avvocati Katia La Barbera e Giuseppe Perconti. “La sentenza- dichiara l’avvocato Katia La Barbera- dimostra la consistenza dell’impianto accusatorio. Siamo soddisfatti e attendiamo di leggere la motivazione”. In primo grado questi i risarcimenti del danno inflitti dal Tribunale: a Maurizio Panepinto e Domenico Parisi a € 20.000 per Francesco Leto,  e € 4.050 alla Igm Srl; per  Maurizio Panepinto, Giovanni Favata e Domenico Parisi   € 20.000 a Giovanni Bonanno, e  € 30.500 a Ignazio Cutrò; tutti per € 60.000 alla Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura.

“Attendiamo di leggere le motivazioni- dicono gli avvocati Bartolomeo Parrino e Ottaviano Pavone, difensori di Luigi Panepinto e Giovanni Favata-. La sentenza ha sostanzialmente confermato le condanne inflitte in primo grado, seppure abbia modificato la questione relativa alle armi”.

L’operazione “Face Off” nasce dalle dichiarazioni rese dall’imprenditore antiracket Ignazio Cutrò. Le investigazioni sono state condotte dai carabinieri e coordinate dai magistrati Salvatore Vella e Giuseppe Fici della procura antimafia di Palermo. Proprio Salvatore Vella è al centro di un acceso dibattito emerso in questi giorni dopo che il Comitato provinciale di Sicurezza ha deciso di ridurre la scorta al magistrato che, oggi, presta servzio in Procura di Agrigento.

In precedenza sono stati confiscati beni, riconducibili ai Panepinto, quali la società Beton Costruzioni di Santo Stefano di Quisquina.

Redazione Corriere

Share
Published by
Redazione Corriere

Recent Posts

Altra tragedia nel segno del Bayesian: sub muore durante immersione per il recupero

La vittima avrebbe 39 anni Un sub che stava lavorando al recupero del Bayesian, il…

2 ore ago

Il 18 maggio la messa di inizio pontificato di Leone XIV

Mercoledì 21 maggio la prima udienza generale Leone XIV presiederà domenica 18 maggio la sua…

3 ore ago

Enti locali: la Regione assegna 108 milioni di euro a Città metropolitane e Liberi consorzi

Assessore Messina: «Garantiranno la funzionalità per il 2025» La Regione assegna 108 milioni di euro…

3 ore ago

Il plauso di Mareamico alla riapertura della Scala dei turchi: bene commissario

Tutto ciò in attesa che si realizzi la “Fondazione Scala dei Turchi” che andrà a…

3 ore ago

Nuovo Pontefice. Vescovo di Mazara: “Saremo al suo fianco per costruire ponti”

Giurdanella: "Non si è ancora spenta nel nostro cuore, anzi, vibrerà ancora a lungo, l’indimenticabile…

3 ore ago