POLIAMBULATORIO: VACCINAZIONI DA TERZO MONDO

La mancanza di personale medico e paramedico rende la somministrazione dei vaccini un’impresa allucinante

Roba da terzo mondo, roba da mortificare non solo chi eroga il servizio, ma lo stesso esiguo personale e i cittadini che sono costretti a file lunghissime in locali poco idonei. Il servizio, che fino a pochi mesi fa veniva garantito due volte a settimana, sia di mattina che di pomeriggio, grazie alla presenza fissa e stanziale di personale destinato, oggi è offerto solo previo appuntamento telefonico e con liste di attesa infinite.

Una situazione che crea disagi infiniti e che ha spinto il consigliere comunale Simone Di Paola a scrivere all’assessore alla Sanità, Davide Emmi, per evidenziare la gravissima situazione. L’odissea, racconta Simone Di Paola, inizia una volta preso appuntamento, quando ci si reca nella struttura. A parte che l’unico modo per accedervi “è attraverso una scala ripidissima, con buona pace della lotta alle barriere architettoniche e per le mamme che devono salire in braccio i bimbi, Di Paola rimarca come “la grande presenza di famiglie prenotate nella stessa data, accalcate in una specie di anti stanza minuscola e priva delle benchè minime comodità, determina file allucinanti e disagi incredibili per i piccoli e per le loro famiglie”.

Da non dimenticare che si tratta di pargoli, “cui dovrebbero essere garantiti ben altri servizi”, chiosa Di Paola. La struttura “è fatiscente ed inadeguata”, aggiunge Di Paola, ed è risaputo da diverso tempo, “così come è noto che la già precaria condizione della struttura sia resa oggi ancor più disagiata dal permanere della chiusura delle stanze deputate al servizio in oggetto, a causa di un crollo di calcinacci dal tetto, di cui da tempo immemorabile si attende la riparazione; non si capisce in tal senso cosa osti ancora al definitivo trasloco dei servizi poliambulatoriali al Giovanni Paolo II”.

Vaccinare diventa davvero una lotta impari con una struttura sanitaria che appare sorda alle esigenze della comunità. “Descrivere una giornata al poliambulatorio per somministrare un vaccino è un po’ come vivere in un film dell’horror ed il tutto accade nell’indifferenza generale”, spiega Simone Di Paola, che pur consapevole che la competenza è dell’ASP invita l’Amministrazione comunale a convocare un’apposita conferenza di servizi “al fine di rappresentare la questione alle autorità competenti e provare ad individuare soluzioni immediate ed efficaci che diano soluzione ad un problema divenuto intollerabile”.

Archivio Notizie Corriere di Sciacca