A parte il fatto, non sencondario ma primario, che i guardrail sono sostanzialmente “ridicoli” a espletare il compito di protezione su quell’altissimo viadotto, vi è una circostanza significativa che risalta e denota come gli interventi dell’Anas seguano il passo della lumaca. Dopo 20 giorni dal tragico incidente in cui perse la vita Alessio Spitaleri, il punto d’impatto è rimasto divelto. Punto fragile e “scoperto” lungo il viadotto. L’unica soluzione tempestiva adottata dall’Anas è stata quella di posizionare delle piccole barriere che di solito sin usano per delimitare l’accesso delle persone in un luogo.
A tutti, percorrendo il viadotto, avrà fatto sensazione questo particolare. Bene ha fatto la Procura, dunque, a porre sotto sequestro il viadotto. Prima di tutto la sicurezza delle persone. Si è trattato di un provvedimento preventivo, ma significativo. Un modo per far “correre” l’Anas intimandola a tutelare meglio l’incolumità pubblica.
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