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PERCHE’ A SCIACCA SI FA SILENZIO SULL’ACCORDO EU-MAROCCO PER LA LIBERALIZZAZIONE DEI PRODOTTI AGRICOLI?

L’accordo tra Unione Europea e Marocco è un colpo mortale per la nostra agricoltura

E’ stato approvato, dalla Comunità europea, l’accordo sulla liberalizzazione dei prodotti agricoli del Marocco. In buona sostanza, saremo invasi da prodotti agricoli del Marocco che entreranno in Italia e in Europa con prezzi bassissimi.

 Lo scellerato accordo firmato tra l’Unione Europea e il Marocco, sulla liberalizzazione dei prodotti agroalimentari provenienti dal Paese nordafricano, è un duro colpo per l’agricoltura, in modo particolare per l’agricoltura siciliana.

Anche il Presidente della Regione, Raffaele Lombardo, è allarmato, preoccupato, tanto da aver scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti e ai deputati siciliani. “Ritengo necessario rivolgere un appello ed un allarme sulle conseguenze certamente destabilizzanti e penalizzanti per l’economia, per i giovani e per le prospettive di sviluppo della Sicilia e delle Regioni meridionali, che deriverebbero dall’approvazione dell’accordo tra Unione Europea e Marocco, all’ordine del giorno del Parlamento europeo, che introduce misure di liberalizzazione del commercio di prodotti agricoli e della pesca”.

Lombardo, inoltre, sottolinea: “Pur non sottovalutando il fine di rafforzare il dialogo e la cooperazione con i Paesi della sponda meridionale del Mediterraneo non possiamo consegnare una parte del Paese al disastro che ne deriverebbe, sottovalutando l’inevitabile contraccolpo negativo che verrebbero a subire le aziende meridionali, già duramente provate dai costi di produzione europei e dagli standard normativi alle stesse imposti, quanto a protezione ambientale, sicurezza alimentare e protezione dei lavoratori”.

La preoccupazione è seria, i danni sarebbero nefasti. La nostra arancia, come del resto gli altri prodotti agroalimentari siciliani, dovrebbe confrontarsi in un mercato ad armi impari con i prodotti del Marocco. Basta dare uno sguardo ai prezzi.

Arance: mercato ingrosso Marocco 0,09 mercato ingrosso Italia 0,83

Limoni : mercato ingrosso Marocco 0,19 mercato ingrosso Italia 0,69

Pomodori a grappolo mercato ingrosso Marocco 0,22 mercato ingrosso Italia 1,43

Carciofi mercato ingrosso Marocco 0,17 mercato ingrosso Italia 0,48

Favorevoli all’accordo sono stati  la Francia e i Paesi industrializzati del Nord Europa, interessati ad investire in Marocco. Sul fronte del no, i deputati dei Paesi mediterranei. Eppure, a Sciacca la vicenda è passata con assoluto silenzio. A Ribera il sindaco ha protestato vibratamente. Qui da noi silenzio. Solo un corteo per la mancata celebrazione del carnevale.

Per correttezza d’informazione, lo scorso 26 gennaio c’è stata una nota di Sciacca al Centro che riportiamo (guarda articolo stessa data sul nostro giornale): “A seguito della divulgazione da parte nostra del documento approvato nel corso dell’Assemblea con i pescatori e gli agricoltori, tenutasi lunedì scorso presso l’aula consiliare del Comune di Sciacca, abbiamo ricevuto da parte dell’euro parlamentare On. Salvatore Iacolino, l’allegato comunicato stampa che provvediamo a trasmettere”. “Si tratta- continuano- di una netta presa di posizione che sottolinea come l’ Accordo UE – Marocco per i prodotti agricoli e della pesca sia insostenibile per il comparto e susciti preoccupazione per le conseguenze negative che verrebbe a creare, in particolare, ai comparti siciliani, già penalizzati dalle oggettive difficoltà di mercato, sfociate in Sicilia nelle manifestazioni di piazza e nei blocchi autostradali dei giorni scorsi. L’On.le Iacolino precisa che occorre tutelare i produttori europei e in particolare le nostre produzioni agricole, alla luce anche della prossima revisione della Politica Agricola Comune, e specificatamente quelle delle Regioni del Sud Europa.” Sarà il Parlamento Europeo nella Plenaria di febbraio – conclude Iacolino – a decidere sull’Accordo in questione”.

Dopo la nota di Sciacca al Centro, nessuna altra nota venne diramata, nè alri partiti sono intervenuti. Silenzio anche da parte delle associazioni di categorie locali.

 

Redazione Corriere

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