SCIACCA- Nel corso delle conferenze stampa di stamane, la prima convocata dal sindaco, la seconda dall’opposizione, la chiarezza ha un comune denominatore: tra opposizione e amministrazione comunale lo scontro politico si è trasformato in conflitto. Il clima attuale, che proseguirà senza dubbio per il prossimo biennio fino alle prossime elezioni, è tesissimo. Ogni ipotesi di “scrivere belle pagine” è in soffitta, archiviata. E’ una frase pronunciata dal sindaco in occasioni in cui l’opposizione ha votato atti deliberativi dell’amministrazione importanti per la città. E per amor della verità, è giusto osservare che tutti gli atti amministrativi, delibere, sono diventati realtà grazie al voto della opposizione. Per una legge elettorale siciliana assurda, si crea una realtà come quella di Sciacca in cui un sindaco vince, ma l’opposizione conquista seggi consiliari a grande maggioranza. Ragione vuole, in tale contesto, che il sindaco che in aula non ha la maggioranza dei numeri, assuma un atteggiamento di dialogo costruttivo con l’opposizione. Non è il caso di Sciacca dove questo dialogo non è possibile, non è stato possibile, non sarà possibile. Del resto, siamo nella città del lunaperollismo.
L’opposizione, nel corso della conferenza stampa, ha spiegato che il cartellone dell’estate saccense è salvo e che è stato modificato solo una minima parte che non rischia la cassazione poichè le somme verranno rimpinguate in una variazione di bilancio. L’estate saccense avrà un costo di oltre 300mila euro. L’Amministrazione comunale ha già impegnato 1.2 milioni di euro di imposta di soggiorno a fronte di un incasso di 1.4; la somma emendata nel corso della seduta consiliare tumultuosa della scorsa sera è di 140mila euro. Andando oltre questi aspetti numerici, nel corso della conferenza stampa dell’opposizione è apparso ben troppo chiaro la dichiarazione di guerra consegnata al sindaco. “Sono loro gli irresponsabili”, ha detto l’opposizione, “e sono responsabili di creare un clima di odio, di attuare la strategia dello gettare fango sull’opposizione”. Ignazio Bivona ha ricordato Fabio Termine degli anni scorsi. “Il sindaco è coerente col suo modo di fare. Lo abbiamo visto all’opera quando era all’opposizione e inveiva contro il sindaco Francesca Valenti. Lo ha fatto in campagna elettorale, ha portato in aula i carristi per farli inveire contro di noi, ha iniziato una lotta politica contro il deputato Pd Michele Catanzaro. Per lui alzare la tensione è una strategia da cui trarre beneficio. In tale strategia vi entra il demolire il Pd locale. Ha cancellato Mizzica iscrivendosi in modo carbonaro al Pd nell’ultimo giorno utile immaginando di fare lo sgambetto all’onorevole Catanzaro. Ha perso due consiglieri comunali”. Bivona non risparmia critiche anche per alcuni consiglieri comunali che facevano parte della coalizione che ha sostenuto Ignazio Messina e poi resisi indipendenti. Tre consiglieri comunali che non erano presenti alla conferenza stampa. Poi è stata la volta dell’ex mizzichino Giuseppe Catanzaro, fondatore di Mizzica e pupillo di Fabio Termine. “All’inizio- dice Catanzaro- sono stato contagiato dalla voglia di estremismo. Quello che sta succedendo adesso è lo stile di Fabio Termine. Il narcisismo di Termine sta inquinando i pezzi della democrazia in città. Termine mira a traguardare i suoi obiettivi di carrierismo politico. Ha distrutto Mizzica, sta minando il Pd, ha tensioni in Giunta e mira alla candidatura nel Pd alle regionali”. E’ stata inoltre evidenziata la “scorrettezza” di Termine. “Noi approviamo gli atti e lui fa i video da solo intestandosi i lavori che si eseguono in città”.
E’ questo il clima politico cittadino. Si respira un’aria pesante, di perenne conflitto. I social fanno il resto sulla scorta di commenti. In tanti non seguono i consigli comunali, sconoscono i lavori che si fanno e le delibere che si approvano. I commenti sono sui commenti, una catena che distorce la realtà scadendo nelle offese. E’ questa la società odierna? Pare proprio di si. Che tristezza.
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