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PER FABRIZIO DI PAOLA LA VICENDA SI COMPLICA

La gelata di Mpa annulla la contabilità a partita doppia: tre escono e tre entrano. Adesso, o si azzera o non si fa nulla. E a Palermo Mpa guarda a Crocetta

Editoriale di Filippo Cardinale

Non era così semplice come qualcuno immaginava. Lo abbiamo scritto in diversi nostri editoriali, la matematica a volte inganna, specie quando si applica nel campo della politica. La fuoriuscita del gruppo di Big Bang (o ex Cantiere Popolare) non è ascrivibile nell’ottica di una contabilità a partita doppia. Ne escono tre, ne entrano tre. Questo è stato un modo di fare i conti senza l’oste. Mentre a Palermo, l’Mpa è interessato ad un appoggio al nuovo governo Crocetta, a Sciacca detta un messaggio chiaro: il sindaco azzeri tutto. Altro che coinvolgimento di Mpa in maggioranza, si tratta di uno sconvolgimento, nella realtà.

Il sindaco, molto probabilmente, è stato mal consigliato dagli alleati di Ncd, premurosi a chiudere un cerchio per il quale usano il compasso da tempo e con maestria. Un disegno politico ben chiaro che ha al centro l’indebolimento politico del sindaco. Basta rileggere la storia passata per comprendere meglio che quasi vi è un percorso ben tracciato e che si replica di volta in volta. Un solco che porta dritto nel pantano. Qualche consigliere di maggioranza ha gioito (inopportunamente) della fuoriuscita del gruppo Big Bang, usando anche toni piuttosto aspri. Non c’è da stupirsi, molti non vedono oltre il proprio naso.

Adesso la maggioranza è davvero in bilico. Sedici consiglieri su 30 rappresentano una cifra virtuale. Bisogna fare i conti con le posizioni di Mario Turturici e Giuseppe Ambrogio. E bisognerà attendere l’esito delle elezioni europee, quando in diversi si accorgeranno la netta e dura distanza tra il mondo dei sondaggi e e la realtà che esce fuori dalle urne. Non è facile per Fabrizio Di Paola affrontare la realtà che è sorta. Il dialogo, il coinvolgimento rimane l’unica strada da seguire. E’ quella che è mancata con il gruppo di Big Bang. I “ragazzi” non erano poi così ribelli o cattivi. E lasciare una poltrona assessoriale con relativa indennità e potere non è una prassi comune. Semmai è al contrario. C’è chi preme per entrare in giunta, per avere l’indennità e il potere. Non è stato il caso di Big Bang.

L’errore politico è stato commesso. E’ auspicabile che adesso le menti della politica si aprano. Abbiamo scritto, di recente, che si può governare anche senza maggioranza. E’ vero. Ma bisogna comprendere che segno di vuole lasciare. Quello dell’ordinaria amministrazione? Non credo che il sindaco si disposto a lasciare il segno come sindaco dell’ordinaria amministrazione. Il suo programma “era da sogno”, direbbe il magnifico Crozza nell’imitare Flavio Briatore. Ma qui, adesso, il sogno sembra essersi infranto.

Ricominciare da zero non è peccato. E’ un passo utile se è accompagnato dalla voglia di navigare senza i condizionamenti magnetici dei vari riferenti politici.

Redazione Corriere

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