Le condizioni cliniche del ventiquattrenne Calogero Giardina, di Canicattì, continuano ad essere gravissime. A sostenerlo in vita sono le apparecchiature del reaparto di rianimazione e i medicinali. Calogero è ricoverato a Sciacca. Genitori e amici sperano in un miracolo. Assurda la vicenda. Gli è stato conficcato un cacciavite in testa da alcuni ragazzi dopo una lite per futili motivi. Futili motivi che, però, hanno distrutto una famiglia, e la vita di un giovane ragazzo. Non c’è un perchè, non ci può essere una spiegazione ad una vicenda che lascia sgomenti. Il minorenne imputato di tentato omicidio, per adesso, si trova al carcere minorile di Palermo.
Intanto, il suo aggressore, un ragazzo di 17 anni, resta in carcere. Il giovane, assistito dall’avvocato Diego Giarratana, ha ammesso il ferimento del rivale in amore con un cacciavite conficcato in testa ma ha sostenuto che l’avrebbe fatto per sottrarsi alla presa di Giardina. Proseguono intanto le indagini dei carabinieri della Compagnia di Canicattì per chiarire il ruolo di alcuni amici dell’aggressore e di altri testimoni che avrebbero assistito alla lite.
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