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PDL, COSI’ NON VA. LE CRITICHE DI MARIO TURTURICI

L’ex sindaco parla dei riflessi della sconfitta di Milano e di un partito che nel territorio è troppo isolato

“Il partito non esiste sul territorio”. Così Mario Turturici, ex sindaco di Sciacca ed oggi componente del corodinamento provinciale del Pdl, commenta il voto amministrativo e la situazione politica attuale che si riflette anche in ambito locale.

“Troppo facile dare le colpe della sconfitta alla Moratti – dice Turturici – certi parlamentari nominati farebbero bene a tenere la bocca cucita. In Sicilia sara’ ancora peggio, oggi occorre demolire e ricostruire tutto, il partito cosi’ non funziona”. Un Mario Turturici molto determinato quello che parla del fallimento del Pdl e nostalgico di Forza Italia. “Io – dice – da due anni vado ripetendo le stesse cose. Il partito non c’è. Forza Italia riusciva a dare entusiasmo, speranza, il Pdl al momento è un partito senza anima”.

Ed a Sciacca, dove il Pdl è all’opposizione, dove occorre costruire un progetto per le prossime amministrative, quelle del 2013, come stanno le cose ? “In Sicilia la situazione è difficilissima, in provincia di Agrigento drammatica. Nel 2004 anno della mia vittoria alle elezioni comunali – continua Turturici – Forza Italia aveva la presidenza dalla provincia, il sindaco di Agrigento e di Sciacca, per non parlare dei tanti sottogoverni. Adesso nulla. Il partito non ha saputo tutelare la propria classe dirigente, pensando di essere imbattibile ha alimentato le guerre intestine tra correnti ( Sciacca docet). Se leggiamo nomi dei candidati a sindaco nei comuni della provincia – continua – non c’è alcun candidato a sindaco targato Pdl. Eppure si vota in città importanti ( Favara, P.Empedocle, Canicatti). Un partito che non riesce ( o non vuole) candidare i propri esponenti che partito è ? Intanto, coloro che queste faide le hanno alimentate sono seduti comodamente a Roma a dettare legge, mentre sul territorio si mietono vittime illustri. Così non va, si deve cambiare”.

L’ex sindaco tira di nuovo fuori l’idea di un progetto civico per uscire dall’isolamento in cui Roma lascia la periferia: “Non siamo nelle condizioni di competere con le altre forze politiche. Siamo soli, ancora più soli del 2009. Occorrono nuovi contenitori e alleanze – concldue – a meno che non cambi qualcosa a Roma, dove c’è un partito in cui non mi identifico. Io provenivo dalla Dc, avevo sposato un progetto moderato, sia chiaro che non mi sento rappresentato da chi proviene dal Movimento Sociale”.

Redazione Corriere

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