Nelle intercettazioni al boss ci si riferisce anche come la »testa dell’acqua, il capo
Patrizia Messina Denaro, sorella del latitante Matteo, aveva avuto dal marito, Vincenzo Panicola, il compito di interloquire col fratello per sapere se avesse detto all’imprenditore Giuseppe Grigoli di accusare altri indagati trapanesi per salvaguardare le aziende sequestrate.
Questo particolare emerge dalle intercettazioni contenute nell’indagine che questa mattina ha portato a trenta arresti nelle cosche del trapanese. C’era un certo malumore, infatti, per alcune dichiarazioni fatte da Grigoli nei processi e si pensava a un pestaggio punitivo da parte di altri detenuti.
La donna, in successivi colloqui intercettati, dava conto di aver comunicato con il fratello e di avere avuto l’ordine di «lasciare stare».
«Nonostante Matteo Messina Denaro non sia presente fisicamente – ha detto il procuratore aggiunto Maria Teresa Principato – ci si riferisce a lui in ogni occasione. Il suo nome ricorre spessissimo. A lui ci si riferisce anche come la »testa dell’acqua«, il capo».
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