OSPEDALE: IL DOCUMENTO INTEGRALE PRESENTATO DAL COMITATO CIVICO

Pubblichiamo il documento integrale che il Comitato Civico per la sanità di Sciacca ha presentato nei giorni scorsi all’attenzione dell’assessore regionale alla sanità in occasione di un vertice tenutosi a Palermo.

COMITATO CIVICO PER LA SANITÀ DI SCIACCA * LOTTA CONTRO IL DECLINO DELL’OSPEDALE DI SCIACCA

Oggi l’Ospedale di Sciacca versa in un grave crescente stato di precarietà, per una serie di motivi che spaziano da quelli che i media si preoccupano di portare all’attenzione dell’opinione pubblica a quelli derivanti dalle scelte strategiche dell’assessorato della sanità e, a cascata, dalla dirigenza dell’ASP di AG. Siamo comunque consapevoli del contesto entro cui si collocano le vicende legate all’assistenza sanitaria nel nostro territorio.

Il nuovo piano della rete ospedaliera regionale pur modificando la precedente distribuzione territoriale dei posti letto, ribadisce la polarizzazione tra le grandi aree metropolitane di PA CT ME e i rimanenti territori. Ma nella distribuzione dei PL tra le altre province, pur in presenza di un “tendenziale” incremento percentuale dei PL/1000 abitanti, si mantiene il divario tra la dotazione di alcune province (AG-TP) e altre (CL-EN-RG-SR). Inevitabilmente, nel rifiuto del programmatore regionale di definire in maniera chiara le funzioni e il destino degli ospedali periferici, questa relativa carenza di risorse si traduce in tentativi di riscrivere in periferia l’organizzazione delle strutture sanitarie spesso modificando i pur timidi tentativi di razionalizzazione da parte dell’assessorato.

L’auspicio di evitare doppioni di U.O. in ospedali posti a breve distanza e che vengono retoricamente definiti “Ospedali Riuniti”, viene puntualmente eluso sulla base di pulsioni e motivazioni che poco hanno a che vedere con la carenza di risorse economiche, con i bisogni assistenziali delle popolazioni e con l’appropriatezza delle prestazioni che gli operatori sanitari dovrebbero fornire.

La dotazione organica dell’Ospedale di Sciacca poteva contare su 200 posti letto e 136 posti di personale medico quando era ancora Azienda Ospedaliera al servizio di un bacino di oltre 100.000 abitanti (con crescente fenomeno di prestazioni aggiuntive da mobilità attiva di utenti soprattutto delle province di Trapani e Palermo). Nel 2010, i posti letto erano 188 per acuti e 46 per dh) e la pianta organica consisteva in 136 medici e 220 infermieri. Negli ultimi anni il depotenziamento di alcuni reparti (ortopedia, nefrologia, oncologia, emodinamica), nonostante il sostanziale mantenimento delle prestazioni rese, denuncia lo stato di crescente abbandono in cui versa oggi l’Ospedale di Sciacca (P.O. al servizio dell’intero versante occidentale della provincia di Agrigento) e il timore di un ulteriore declassamento dello stesso, sulla linea perversa della diminuzione delle risorse senza una valorizzazione effettiva del ruolo e delle potenzialità dei suoi singoli reparti e, quel che è più grave, attraverso una pericolosa gestione delle risorse umane fatta di ricorso ad istituti spesso discrezionali o che dovrebbero avere carattere eccezionale (come, ad es., il comando).

La nuova ipotesi di pianta pianta organica del P.O. di Sciacca prevede 181 PL per acuti e 50 per DH. 48 PL sono previsti per la post acuzie. I posti di personale medico previsti sono 132 (11 primari) per le acuzie e 61 per l’area dei servizi (8 primari). Sembra evidente lo squilibrio tra posti per personale medico e quelli previsti per il personale infermieristico e gli OSS, inferiori come numero alla dotazione organica, già risicata, prevista per queste figure in un atto deliberativo del 2014. Ai fini della corretta applicazione delle linee di indirizzo per la rideterminazione delle dotazioni organiche dei singoli P.O. (D.A. n. 1380 del 2015), è necessario considerare, per l’Ospedale di Sciacca, la sua funzione strategica in un preciso ambito territoriale: (sia come P.O., sia come Azienda Autonoma, l’Ospedale di Sciacca viene storicamente inquadrato come presidio per l’emergenza di 2° livello) ma anche le potenzialità dei suoi migliori reparti (fonte di apprezzabile mobilità attiva): non si dimentichi, a tal fine, che negli anni ’90 la Regione, per precise serie ragioni di politica sanitaria, pensò bene di farne un’Azienda Ospedaliera, al servizio di un bacino di utenza allargato a parte delle Province di Trapani e Palermo e lontano (anche a causa del cattivo collegamento viario) da Agrigento! Peraltro l’attivazione indiscriminata di tutte le unità operative previste si scontra con quanto si legge nella relazione allegata dal Direttore dell’ASP AG1, che prevede un superamento del tetto di spesa di circa € 17.000.000. Il che dovrebbe indurre a dare priorità all’immediata attivazione delle procedure concorsuali per le strutture destinate all’emergenza (p. es. emodinamica) o che svolgono una funzione strategica in ambito territoriale (p. es. oncologia) o che comunque da tempo hanno le più gravi carenze di organico. P. es.: in un momento storico che fa registrare un calo complessivo delle nascite il ripristino dell’organico precedente dell’U.O. di pediatria (7 dir. medici + 1 primario) e l’assunzione del personale e gli adeguamenti strutturali previsti per l’assistenza dei neonati con problemi di adattamento alla nascita sarebbero da considerare un atto prioritario per il mantenimento del punto nascita. Parallelamente andrebbe riconsiderata la necessità di attivare le procedure concorsuali per reparti sulla cui utilità si potrebbe avanzare più di una riserva. Andrebbe ripristinato, nel più breve tempo possibile, il rapporto percentuale tra il personale medico, da un lato, e quello infermieristico ed ausiliario, dall’altro.

Analogo discorso si può fare per le difficolta’ riluttanza a concludere l’iter (ovviamente per quanto di competenza dell’ASP) per l’ampliamento della convenzione con la fondazione Maugeri per l’attivazione di un centro per la riabilitazione ambulatoriale, la cui mancanza oltre a costringere le famiglie a faticosi spostamenti comporta anche un costo non indifferente da parte dei comuni per il rimborso delle spese di carburante. gestione del personale: l’acrobatica scelta del conferimento della mansioni a medici trasferiti per comando, posti nella singolare condizione di occupare contemporaneamente due posti, mal si accorda con le attuali norme che consentono una pressoché totale discrezionalità per la selezione dei direttori di struttura. Analogamente non basta ribadire di avere provveduto alla copertura di posti previsti per questo o quel reparto quando per l’assenza di adeguate strategie gestionali e per l’arbitrarietà nell’applicazione delle norme contrattuali e di altre norme di legge (L. 104, limitazioni di diversa natura ed entità, permessi per cariche politiche, etc.) le unità effettivamente utilizzabili spesso possono diventare drasticamente inferiori alla dotazione teorica assegnata. problemi strutturali: sappiamo che alcune pericolose emergenze strutturali (pavimenti dissestati di alcuni reparti) hanno incominciato ad essere affrontate.

Ma l’ospedale di Sciacca spesso occupa le pagine della cronaca locale e non per anomalie, guasti e disguidi che da fonti interne all’amministrazione vengono spesso accolte con fastidio e talvolta arroganza, secondo il ben noto principio del “c’è ben altro!”. Ci riferiamo agli ascensori spesso, guasti, ai fenomeni di vandalismo, alla eleatorietà della collocazioen degli allarmi degli ascensori, alla gestione anarchica dei posteggi in prossimità dell’area di emergenza, all’obsolescenza del parco ambulanze, etc. Problemi sicuramente non commensurabili a quelli direttamente correlati all’assistenza sanitaria, ma che toccano direttamente la percezione che il cittadino ha del rapporto con i servizi sanitari. Una strategia di recupero del rispetto dei ruoli, delle funzioni, ma sopratutto del principio di responsabilità personale per chi gestisce risorse pubbliche, con gratificazioni e penalizzazioni per chi non vi si attiene costituirebbe sicuramente una novità per un apparato burocratico che rivendica meriti ma in cui non si trova mai un responsabile, tranne i soliti anelli deboli della catena o il capro espiatorio del momento. Oggi non è, tuttavia, più tempo di fermarsi alla denuncia.

Il Comitato Sanità di Sciacca, con spirito autenticamente democratico e partecipativo, chiede che la Direzione Generale, anche nell’ambito dei correnti adempimenti fondamentali (atto aziendale, nuova pianta organica e concorsi), voglia dare una congrua soluzione ai sopra evidenziati seguenti problemi.

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