La storia dell’unità operativa di otorinolaringoatria è emblematica della gestione della sanità in provincia
L’ultimo atto della giunta regionale, prima dell’azzeramento da parte del presidente Crocetta, è stato quello dell’approvazione del piano di rimodulazione della rete ospedaliera in Sicilia. Ora si dovrà valutare l’impatto che il piano di rimodulazione della rete assistenziale avrà sulla quantità e qualità dell’assistenza sanitaria, ma anche sull’organizzazione del lavoro dopo anni di blocco delle assunzioni e ridimensionamento degli stessi contratti per medici e infermieri.
Intanto, a Sciacca ci sono situazioni davvero paradossali, come il reparto di otorinolaringoatria, attrezzato con medici e macchinari e poi ridimensionato. Il reparto è stato aperto nel gennaio 2013, per tutto l’anno ha svolto solo attività ambulatoriale in attesa di personale ed attrezzature adeguate. Quando, nel gennaio 2014, l’unità è stato dotata di moderni macchinari ed è cominciata anche l’attività chirurgica, nuovo ridimensionamento. Eppure si era parlato di reparto che poteva essere equiparato ai parametri nazionali e che forniva assistenza moderna che permetteva agli utenti di evitare lunghi viaggi in altri ospedali siciliani e al nord. Prima della scorsa estate il numero dei medici è stato ridotto a due e gli interventi chirurgici sono stati nuovamente interrotti.
Oggi il reparto di otorinolaringoatria dell’ospedale di Sciacca è diventato un semplice ambulatorio che apre alle 8 e chiude alle 14. Eppure, i numeri della nuova unità operativa erano positivi: 130 interventi chirurgici, 200 ricoveri, 300 di pronto soccorso.
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