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OPERAZIONE SALVATAGGIO “AMATO VETRANO”: SI PUNTA SUL FOTOVOLTAICO

Riunioni frenetiche del Cda. Ingegnere saccense mette a disposizione gratuitamente il progetto. Previsto introito di 80 mila euro l’anno

Il salvataggio della Fondazione “Amato Vetrano” corre sui pannelli solari. Le riunioni “informali” del Consiglio di Amministrazione si fanno frenetiche. L’ultima, di pochi giorni fa, non è stata serena. Ci sono diversi “pensieri”, ma gli eredi del benefattore non sono d’accordo. Un imgegnere di Sciacca metterebbe gratuitamente a disposizione il progetto. Franco Zammuto, componente del Cda e segretario della Cgil saccense, è il più convinto sostenitore della necessità di “fare cassa” sottoscrivendo una convenzione ventennale con la società che dovrebbe istallare gli impianti fotovoltaici.

“La situazione della Fondazione- ci dice Zammuto- è disastrosa. Su 300 ettari di terreno, 28 sono passati all’Erario a causa del pignoramento. Oggi, il debito è di 200 mila euro e non ci sono prospettive per un azzeramento. Vogliamo che altra parte consistente di terreni finisca all’Erario? Sono questi i motivi che mi convincono sulla scelta di stipulare una convenzione con la società che realizzerebbe gli impianti fotovoltaici”. Zammuto fa anche due conti: “La convenzione frutterebbe 80 mila euro l’anno, per 20 anni. Questa è un’opportunità per fronteggiare le passività della Fondazione. Non solo, avremmo anche disponibilità di cassa per il recupero dell’edificio, ormai ridotto a rudere. Si potrebbe anche pensare di trasformarlo in agriturismo e dare opportunità di lavoro”.

Nell’ultima riunione “informale”, il rappresentante degli eredi Amato Vetrano in seno al Cda ha dimostrato la sua contrarietà. Il sindaco, parrebbe avesse fatto un passo indietro nella tarda mattinata di ieri, spiegando che non avevo bene inteso di quali terreni si trattasse. Il primo cittadino, parrebbe più convinto a seguire la scia dell’investimento turistico di Invitalia con Sol Melià.

I terreni di cui stiamo parlando hanno un’estensione di 8 ettari e si trovano sotto il ponte Carabollace, e vanno verso il mare. L’investimento turistico di Sol Melià, oggi stoppato a causa del contenzioso sorto sui terreni ex Sitas, conseguenti al fallimento della Sitas stessa, necessitava di un ulteriore estensione di terreno per realizzare i campi da golf. Molto probabilmente, il sindaco aspetta che si sblocchi questa vicenda.

Ma intanto, la Fondazione “Amato vetrano” è con l’acqua alla gola e deve fare cassa, pena “la riduzione” di proprietà a causa di pignoramenti. La vicenda è oggetto di continue riunioni, ma come al solito argomenti di interesse collettivo si affrontano con riunioni “informali”.

Redazione Corriere

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