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Nord vs Sud: i giovani e le donne nel mercato del lavoro, divario che persiste.

Cgil Agrigento: “Ancora più gravi e acuiscono la condizione di giovani e donne nelle aree più periferiche come la provincia di Agrigento e più gravi nelle aree interne di quella Provincia”

Gli ultimi dati ISTAT evidenziano una situazione occupazionale profondamente differenziata tra Nord e Sud Italia, con il Mezzogiorno che resta costantemente arretrato, in particolare per giovani e donne.

1. Disoccupazione e occupazione: divario netto;

Tasso di disoccupazione nazionale a luglio 2025: 6,0%, in calo rispetto al 6,2% di giugno. Tuttavia, il divario territoriale è marcato: nel Nord il tasso di disoccupazione si attesta intorno al 4,6%, mentre nel Mezzogiorno raggiunge il 14,0% — quasi tre volte tanto. Il tasso di occupazione nel Nord supera il 69%, rispetto a soli 48% nel Sud.

2. Disoccupazione femminile: una frattura culturale e territoriale

Storicamente, il divario di genere è accentuato nel Sud. In Sicilia, ad esempio, solo il 15,8% delle donne è occupata, contro il 53,8% di Bolzano — un gap superiore a 38 punti percentuali.

3. Il fenomeno dei NEET: un problema soprattutto meridionale

A livello nazionale, nel 2023 il fenomeno coinvolge il 16,1% dei giovani tra i 15 e i 29 anni. Ma nel Mezzogiorno si raggiungono valori ben più alti: fino al 33%, con punte eccezionali del 46,3% nella provincia di Caltanissetta. Regioni come Sicilia (25,7%), Calabria (26,2%) e Campania (24,9%) hanno tra i tassi di NEET più elevati d’Italia.

Caterina Sparacino, responsabile del Coordinamento Pari Opportunità della CGIL di Agrigento dichiara: “Questi numeri mostrano chiaramente una verità drammatica: giovani e donne nel Mezzogiorno sono le prime vittime di un mercato del lavoro diseguale e frammentato. Il divario tra Nord e Sud non è solo geografico, ma sociale. Occorrono politiche mirate, immediate e territorialmente strutturate”.

Maria Concetta Barba, responsabile del Dipartimento Giovani, Cultura e Legalità, aggiunge: “Il fenomeno NEET nel Mezzogiorno— con percentuali che arrivano fino al 46% — rappresenta una ferita aperta nel cuore del Paese. Dobbiamo rompere questo circolo vizioso investendo in formazione, occupazione qualificata e infrastrutture sociali, perché ogni giovane deve avere dignità e futuro in ogni parte d’Italia.”

Perché questi dati sono fondamentali – Elemento Nord Italia Sud Italia; Disoccupazione circa 4–5% Circa 14%; Occupazione (15–64 anni) ~69% ~48%; Occupazione femminile (es. Sicilia vs Bolzano) ~53,8% ~15,8%; NEET (15–29 anni) Significativamente inferiore Fino al 33%, con punte al 46,3%. Questi dati confermano che la ripresa occupazionale non è omogenea: il Nord avanza, mentre il Sud resta bloccato. Giovani e donne del Mezzogiorno pagano il prezzo più alto per questa frattura strutturale.

Questi dati sono ancora più gravi e acuiscono la condizione di giovani e donne nelle aree più periferiche come la provincia di Agrigento e più gravi nelle aree interne di quella Provincia per tali ragioni il segretario generale della Cgil agrigentina ritiene che sia necessario un intervento del Governo e delle istituzioni locali, per interventi mirati sul Mezzogiorno. Piani nazionali e regionali di formazione e lavoro, destinati a giovani e donne del Sud. Misure di rafforzamento del welfare territoriale, per contrastare la marginalizzazione socio-economica. Il divario Nord–Sud non è un dettaglio statistico, ma una linea di frattura reale e crescente. Giovani e donne nelle regioni meridionali si trovano al centro di una crisi occupazionale ed economica che chiede risposte concrete e strutturali. La CGIL da tempo lancia queste richieste, per un’Italia più giusta, coesa e inclusiva.

Giuseppe Recca

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