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NON POSSIAMO DIRE “TUTTO BENE, MADAMA LA MARCHESA”. SIMONE DI PAOLA SPIEGA PERCHE’ SI E’ DIMESSO DA CAPOGRUPPO

In conferenza stampa, terminata pochi muniti fa, l’ex capogruppo Pd lancia un messaggio chiaro: “Il Pd è un partito che non reagisce”

Simone Di Paola tiene a precisare, nel corso della conferenza stampa di pochi minuti fa, che “rimarrà nel Pd, in una posizione di sprono nei confronti di un partito che non ascolta, non si riunisce e fa andare via valide risorse umane senza battere ciglio”. Il riferimento è all’addio di due consiglieri provinciali saccensi, Ezio Di Prima e Stefano Girasole, eletti nel Pd e andati via per “colpa di una classe dirigente agrigentina che non ascolta”, ma anche alla base elettorale che, secondo Di Paola, “Non riesce a capire più in che direzione sta andando la nostra città”.

Simone Di Paola sottolinea cher si è dimesso da capogruppo del Pd “per dare un messaggio alla classe dirigente, per dimostrare che bisogna compiere da parte di tutti un passo indietro”, ma il politico rimane deluso perchè “dopo le mie dimissioni nulla è successo e si va anvanti sostenendo “tutto bene, madama la marchesa”. E chiosa: “Mi sarei aspettato dimissioni a cascata, ma nel partito domina la logica della classe dirigente agrigentina secondo cui “meno siamo e meglio è”.

“La nostra, e quella del senatore Cusumano, è una posizione di critica costruttiva che nasce dall’esigenza di un forte camnio di marcia. Noi di Liberi e Democratici siamo la componente maggioritaria all’interno del Pd e nutriamo forti dissensi e perplessità rispetto al modo di gestire il partito. Avvertimao forte l’esigenza di un’invesrione di rotta rispetto ad un partito che non è in grado di programmare la liena politica di questa città”.

Il riferimento è anche alle scelte urbanistiche, e Di Paola precisa: “Molti cittadini ci chiedono dove sta andando la città. Io sono contrario alle maggioranza variabili. Il partito deve dare indicazioni precise con un confronto serrato con il gruppo consiliare che nella sede istituzionale non deve andare in ordine sparso. Siamo una città che punta sul turismo e non possiamo consentire che varianti urbanistiche sconvolgano il nuovo Prg”. 

Parla anche di un entusiamo affievolito, Di Paola. “Quando abbiamo sottoscritto le adesioni al Pd c’era un forte entusiamo, concretizzato con 900 tesserati. Poi nulla più, il partito non discute e di fronte alla diaspora di consenso assume una posizione di inerzia”.

Chi si aspetta scelte politiche drastiche deve attendere ancora. Le voci di un allontanamento della componente Liberi e Democratici, che fa riferimento a Nuccio Cusumano, dal Pd non trovano immediatezza temporale. “Il nostro impegno- dice Di Paola- va nella direzione di  crerare un nuovo modo di gestione del partito”.

Ma fino a quando la componente politica di Cusumano attenderà un’attesa inversione di rotta che non solo tarda a materializzarsi, ma che non si intravede manco al’orizzonte?

Redazione Corriere

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