Sciacca

“Non è la ZTL il problema. È il vuoto che c’è intorno”. Dura critica di Blò e Brucculeri all’Amministrazione comunale

I consiglieri comunali di opposizione, Raimondo Brucculeri (Movimento Controcorrente) e
Maurizio Blò (Movimento Uniti e Liberi), in una lettera aperta critica l’operato dell’Amministrazione Termine che si riflette negativamente sul cuore della città

SCIACCA- “Chiudere il centro storico è facile. Difficile è spiegare a cosa serve, se poi dentro non c’è nulla da vedere”, è la premessa della lettera aperto dei consiglieri comunali Blò e Brucculeri i quali chiosano che “negli ultimi anni, Sciacca ha deciso di chiudere le porte del suo cuore antico. Varchi elettronici, telecamere, ordinanze: tutto all’insegna di una modernità di facciata. Come a dire: “Guardate, siamo al passo coi tempi! Abbiamo una ZTL funzionante! Peccato che, una volta entrati – ammesso di riuscirci – ci si ritrovi in un museo senza mostre, un palcoscenico senza attori, una città senza vita”.
Per Blò e Brucculeri “non è la ZTL il problema, ma il vuoto che c’è intorno. Limitare il traffico nel centro storico, in teoria, è un passo verso una città più vivibile e attenta al suo patrimonio. Ma quando diventa l’unico segno visibile di un’amministrazione immobile, allora è chiaro che qualcosa non va”.
Blò e Brucculeri evidenziano che il varco della ZTL in via Incisa “non è visibile come previsto dal Codice della Strada. Sembra progettato più per cogliere in fallo i distratti e sanzionarli, che per orientare il traffico. Più che tutela, sembra un modo per fare cassa”.

E intanto abbiamo chiuso tutto, ma non abbiamo aperto nulla

Per Blò e Brucculeri, la realtà della città è che ci sono “musei chiusi, chiese chiuse, terme chiuse, palazzi storici abbandonati. Uffici turistici spenti come lampadine fulminate. I turisti vagano spaesati tra buche, transenne e cartelli “in manutenzione” che sembrano ormai diventati parte dell’arredo urbano.
Una città che non accoglie. Cosa offre oggi il centro storico di Sciacca a chi arriva attratto dalla sua storia, dal mare, dai vicoli medievali? E’ il punto di domanda dei due consiglieri. “Un giro che dura quanto un caffè al bar: dieci minuti e sei già fuori. Nessun servizio, nessuna informazione, nessuna esperienza.
È come entrare in un parco divertimenti senza attrazioni: paghi il biglietto, entri con entusiasmo e poi ti dicono: “Mi dispiace, è tutto chiuso.” E allora ci chiediamo: è davvero un atto di civiltà chiudere il centro storico e lasciarlo morire nel silenzio… o è solo un capriccio collettivo? Un capriccio verso la città, che vede i suoi tesori cadere a pezzi, mentre i fondi rimangono sulla carta e i lavori si perdono tra gare d’appalto e proroghe infinite. Ma anche – o forse soprattutto – una presa in giro verso i turisti, che arrivano convinti di visitare una “perla del Mediterraneo” e trovano solo un labirinto di cancelli chiusi e promesse disattese”.

Cosa abbiamo da offrire?

Ufficio turistico: chiuso
Info point: inesistente
Bagni pubblici chiusi e in uno stato di degrado sia quelli in piazza Scandaliato e villa comunale.
Bagno posto nell’atrio superiore oltre a uno stato di degrado anche con recipiente in amianto
Museo Scaglione: chiuso
Museo del Mare: chiuso
Chiesa di San Domenico: chiusa
Chiesa di San Nicolò Latino (XI secolo): chiusa
Castello Luna: deserto
Museo Fazello: inattivo da anni
Terme: un ricordo
Museo del Carnevale: non festeggia più. In sostanza nulla da vedere con turisti che non hanno nulla da visitare
Palazzo Municipale (costruito nel 1613 dai Gesuiti): aperto solo al mattino, chiuso nei weekend, e in stato di degrado e pericolo costante
E i vicoli? Sembra che le uniche cose ben curate siano le buche.
Serve una svolta. O almeno un’apertura.
Non serve ricostruire il Colosseo né far risorgere le Terme di Cartagine (anche se non sarebbe male). Basterebbe partire da piccole cose concrete: riaprire almeno uno degli edifici storici, creare un vero punto informativo, sistemare strade e marciapiedi, illuminare i vicoli, animare le piazze. Serve soprattutto una visione diversa: non un centro chiuso, ma un centro vivo. Non una gabbia dorata, ma una finestra aperta sul mare, sulla cultura, sull’identità della città.

Filippo Cardinale

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