In merito alla recente nomina del Consiglio di Amministrazione di AICA, la CGIL di Agrigento tiene a precisare che non nutre alcun pregiudizio verso le persone individuate per assumere tale ruolo di responsabilità. Tuttavia, ritiene richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni su alcuni nodi strutturali che, se non affrontati con chiarezza e determinazione, renderanno vano ogni tentativo di risanamento e rilancio della società consortile. “Senza la volontà politica e amministrativa dei sindaci – dice il sindacato – Aica non si salva. E non si potrà mai migliorare la qualità del servizio idrico se gli stessi Comuni non provvedono al pagamento regolare delle bollette, come fanno ogni mese con sacrificio migliaia di cittadini onesti. Come si può pretendere efficienza se i primi a non rispettare le regole sono proprio gli enti soci?”
La Cgil si riferisce ai 4/5 sindaci che hanno un debito perché prendono l’acqua e non la pagano. “A questo – continua – si aggiunge l’inerzia inaccettabile della Regione Siciliana, che da oltre sessant’anni non ha messo in campo un piano strutturato e organico per affrontare la crisi idrica cronica che attanaglia il nostro territorio. L’unico intervento recentemente ventilato dalla Protezione Civile – l’invito ai Sindaci a cercare nuovi pozzi – suona come una beffa. Servono investimenti, non appelli generici e privi di efficacia. Anche il dissalatore di Porto Empedocle, richiesto a gran voce dalla cittadinanza, non può essere considerato una soluzione definitiva, ma soltanto un tampone dettato dall’urgenza e dalla disperazione. Il cuore del problema resta l’obsolescenza della rete idrica, che perde oltre il 50% dell’acqua immessa e che necessita di interventi radicali e strutturati, non solo ad Agrigento città, ma in tutta la provincia. È un fatto positivo che siano finalmente iniziati i lavori di ammodernamento della rete idrica nella città capoluogo, ma vogliamo ribadire con forza che occorre vigilanza e trasparenza. La presenza della magistratura, che ha avviato verifiche sugli appalti, è un fatto che salutiamo positivamente: ci auguriamo che serva a impedire le solite “furbate” italiane, con lavori che iniziano per poi fermarsi, con conseguente lievitazione dei costi”.
Per il sindacato bisogna andare fino in fondo, realizzando l’intera opera senza interruzioni, sprechi né scorciatoie. “Rivolgiamo infine un appello forte ai Sindaci – conclude la Cgil – oltre a rispettare gli obblighi contrattuali come tutti i cittadini, (e se non pagano come avviene per i cittadini si sospenda la fornitura) si facciano carico di promuovere una vera e propria vertenza nei confronti del Governo Regionale, per ottenere il finanziamento completo della rete idrica in tutta la provincia. Solo così potremo guardare al futuro con un minimo di fiducia e garantire ai cittadini un servizio pubblico efficiente, trasparente e davvero al servizio della collettività”.
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