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NEL DECRETO LEGGE CHE RIPIANA I DEBITI DEL COMUNE DI ROMA C’E’ ANCHE UN FINANZIAMENTO PER IL COMUNE DI SCIACCA

E poi tanti altri interventi per altre città itraliane. Grillini indignati, altrettanto la stampa nazionale

Nel decreto cosiddetto “Salva Roma”, per il quale il governo ha incassato oggi la fiducia della Camera, c’è anche il finanziamento del restauro del Palazzo municipale di Sciacca.

Il decreto, fatto per risolvere il problema degli 864 milioni di debiti della Capitale, è in queste ore oggetto di forti critiche da parte del movimento Cinque Stelle e di gran parte della stampa italiana, che non ha mancato di rilevare come un provvedimento legislativo nato con tante forzature per aiutare la città di Roma, contenga anche euro a valanga per tante altre città italiane.

Il finanziamento per Sciacca è stato evidenziato in gran parte dei Tg nazionali di oggi insieme a tanti altri contributi che non sarebbero giustificati nel contesto di un provvedimento di legge che dovrebbe invece riguardare solo Roma. Il Corriere della Sera parla addirittura di “assalto alla diligenza”.

Come detto, c’è il milione per Sciacca, ma ci sono anche finanziamenti ben più clamorosi, come venti milioni per tappare i buchi del trasporto pubblico in Calabria, ventitre milioni per i treni della Valle d’Aosta, 500 mila euro per il Comune di Pietrelcina, paese di Padre Pio. E poi un milione per le scuole di Marsciano, in Umbria, uno per Frosinone, tre a Pescara, 25 addirittura a Brindisi. Quindi norme per il Teatro San Carlo di Napoli e la Fenice di Venezia, una minisanatoria per i chioschi sulle spiagge, disposizioni sulle slot machine, sulle isole minori, sulla Croce Rossa, sul terremoto dell’Emilia-Romagna, sui beni sequestrati alla criminalità organizzata. E perfino l’istituzione di una sezione operativa della Direzione investigativa antimafia all’aeroporto di Milano Malpensa per prevenire le infiltrazioni mafiose nell’Expo 2015.

Il decreto già nei giorni scorsi era stato oggetto di polemiche, ora se ne prevedono altre e potrebbero esserci dei tagli. Il voto finale sul provvedimento sarà il 27 dicembre. Il M5S promette ostruzionismo. Il decreto sarà poi all’esame dell’Aula del Senato sabato mattina 28 dicembre.

Redazione Corriere

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