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MUSEO SCAGLIONE, LA REGIONE RITIRA I PROPRI CUSTODI

La gestione della Casa museo Scaglione passa dall’assessorato regionale ai beni culturali al comune, che non ha però la disponibilità di personale adeguato. Da oggi rimarrà probabilmente chiuso l’unico spazio museale del centro urbano. L’ente avrebbe chiesto una proroga alla Soprintendenza, ma al momento non ci sono risposte. Strano destino quello della seconda città del territorio provinciale, destinataria con una legge di una sede museale regionale, ma da quasi 20 anni incapace di fornire alla Regione i locali per realizzare tale spazio espositivo. La Casa museo Scaglione, prezioso palazzo gentilizio che contiene numerose opere d’arte, donato alla città dal proprietario, lo scorso giugno è stata riaperta per la terza volta in 25 anni dopo lavori e adeguamenti vari. Dopo il periodo di gestione a cura del personale dei Beni culturali, arriva la prevista cessione al comune attraverso una disposizione di servizio che impone ai custodi della Soprintendenza il trasferimento, dal primo novembre, all’antiquarium di San Calogero, sempre gestito dall’assessorato regionale ai beni culturali. L’assessore comunale Salvatore Monte conferma che il Comune si sta organizzando, che in una prima fase saranno assegnati alla Casa Museo due dipendenti comunali, selezionati tra quelli in grado di fornire informazioni in lingua inglese, ma occorre attendere ancora qualche settimana. C’è particolare attenzione su questo aspetto, l’amministrazione comunale sa che non può più di ripetere le tante brutte figure fatte con la ex chiesa Santa Margherita, spesso chiusa perchè i custodi comunali sono in malattia o rimangono a casa perché non hanno l’integrazione oraria. La stessa organizzazione di eventi all’interno dell’ex chiesa Santa Margherita spesso deve scontare seri problemi operativi che impongono a chi fa mostre o iniziative artistiche, di mettere a disposizione operai, elettricisti o personale vario che si sostituisce a quello comunale. Casa Museo Scaglione dunque al Comune, che non è però ancora pronto. Monte ci riferisce che in prospettiva si punta ad una fase nuova che lui chiama di valorizzazione, con personale che potrà garantire una gestione professionale. All’orizzonte c’è la previsione del pagamento di un ticket ed è facile ipotizzare l’affidamento in gestione ad un’organizzazione privata attraverso bando pubblico. All’orizzonte non c’è nient’altro per una città che punta sulla valorizzazione delle risorse artistiche e monumentali: il Museo regionale può attendere e con esso rimangono nei magazzini le tante opere d’arte ritrovate in città nel corso dei secoli.

Redazione Corriere

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