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Monte, “è spreco di soldi intervenire sul Samonà per creare altra sala congressi”

SCIACCA. Salvatore Monte interviene nella veste di attore, regista, direttore artistico ed organizzatore di eventi, per dire la sua sulle “novità” che riguardano i lavori del Teatro Popolare.  Lavori che fanno “esultare” chi ha le bende davanti agli occhi, o chi è stato per decenni lontano dalla realtà e all’improvviso indossa l’abito della tuttologia. Monte, sobbalza rispetto ai lavori  relativi al “Samonà” di Sciacca che reputa “notizie che profumano un pò di “Teatro dell’assurdo” e, forse, di un po’ di sano spreco.”

Per Monte si tratta di “uno spreco investire vagonate di denaro pubblico per realizzare una nuova sala convegni all’interno del teatro anziché rendere maggiormente fruibile la grande sala con il tanto auspicato ampliamento del palcoscenico”. In effetti, “che senso ha realizzare una sala da 80 posti?”.

Se Sciacca la si immagina Città dei convegni, “se è questo l’obiettivo da raggiungere basta dirlo e non parlare più di teatro in quanto tale. Non ha senso alcuno tralasciare l’esigenza, vera e reale, di abbattere un muro e creare una scatola scenica, isolata dai corpi non utilizzati del teatro, così da garantire uno spazio utile alle messe in scena ed agli allestimenti”.

Monte si chiede: “Ma chi coordina queste iniziative? Chi tutela la finalità madre di quel luogo deputato alle piece?”

“Stoppare tutto potrebbe rappresentare una decisione saggia”, chiosa Monte. “Ma che senso ha sperperare denaro pubblico per un un intervento parziale, molto parziale e che sminuisce la sostanza del teatro non essendoci le somme utili per abbattere il muro, creare una scatola scenica, armare la torre scenica, realizzare un impianto luci base ed una graticcia utile al montaggio delle scene, ipotizzare la realizzazione del sipario di ferro (tagliafuoco)?”

Questa è una città dove la superficialità la fa da padrona e domina. “Le passerelle della politica e degli alti funzionari ci stanno, ma devono essere funzionali ed utili alla collettività. Condividere con gli esperti del settore le scelte da approntare rappresenterebbe un grande gesto di apertura verso un mondo che, oggi più che mai, sta terribilmente soffrendo”.

Per Monte, “realizzare una ulteriore sala convegni è inutile. La città di Sciacca gode, già, di alcuni spazi dediti a questo: ex convento San Francesco (due sale) – Sala Blasco del Comune di Sciacca- Sala convegni complesso monumentale Sant’Anna – Biblioteca monumentale comunale – multisala Badia Grande – ex chiesa di Santa Margherita (sarà presto sede di un auditorium). Le sedi elencate soddisfano alla grande il numeroso pubblico della convegnistica e della tanto di moda “presentazione di libri”.

“Spazio adesso al teatro, alla musica. C’è tanto bisogno di dare voce alla arti performative”, conclude Monte.

Filippo Cardinale

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