SCIACCA. Il gruppo politico di Mizzica ha rispolverato la locuzione “Sacco di Palermo”, ovvero l”espressione utilizzata per descrivere il boom edilizio senza regole avvenuto tra gli anni cinquanta e sessanta nel capoluogo, per dare un proprio giudizio sulle decisioni assunte nei giorni scorsi dal Comitato Regionale dell’Urbanistica, che ha modificato il Piano regolatore di Sciacca facendo gridare quasi allo scandalo.
Andando in controtendenza rispetto all’intera classe politica cittadina, Fabio Termine e compagni oggi in una conferenza stampa hanno parlato del provvedimento del Cru come atto che avrebbe scongiurato la nascita del “Sacco di Sciacca”. Non lo hanno demonizzato. Per Mizzica la Regione ha fatto bene ad eliminare tutte le zone d’espansione progettate che erano state inserite disattendendo le direttive del 1994.
Una posizione che sicuramente attirerà le simpatie dei tantissimi ambientalisti presenti in città e da qualche anno quasi nascosti nel dibattito politico cittadino.
Per Termine quello della incompatibilità di cui tanto si sta parlando è un problema assolutamente secondario e non è detto che il turismo si valorizza solo costruendo villette. Per Mizzica la priorità deve essere la valorizzazione dell’esistente, ed in particolare del centro storico.
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