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MENFI: UNA CENTRALE DA BIOMASSE STA DIVIDENDO LA CITTA’ ED I PLANETA

Stasera il progetto all’esame del consiglio comunale

Stasera il consiglio comunale di Menfi dovrà esprimere un parere sul progetto della centrale da biomasse presentato da Settesoli: la seduta è stata preceduta da un consiglio comunale straordinario e molto partecipato, e da una un’assemblea dei soci della società cooperativistica, durante la quale Diego Planeta ha personalmente descritto il progetto e sostenuto la necessità che sia anche la cittadinanza, oltre che la classe politica, ad approvarlo. Tutto ciò dopo che si è costituito un comitato spontaneo di cittadini che ha raccolto firme contro la realizzazione della centrale e due anni dopo la delibera consiliare che si esprimeva unanimemente contraria ad un’analoga proposta presentata da una società lombarda.

L’amministrazione comunale sulla vicenda non ha preso posizione e si rimette alla partecipazione popolare, ma in molti contestano il fatto che fino ad oggi non ci sia stata una preventiva informazione sull’opera che si intende realizzare. Critico il consigliere comunale Enzo Buscemi, di Italia dei valori: “Settesoli – dice – si è limitata ad adempiere agli obblighi di legge depositando i documenti in Comune, ritenendo con ciò di avere esaurito quanto da noi dovuto in termini di chiarezza, dovere comunicativo e trasparenza”.

In sostanza, stando ai residenti di Menfi e ai politici locali, la centrale “non fornirebbe sufficienti garanzie di impatto ambientale e non sarebbe nemmeno utile a un territorio a vocazione turistica dove si produce vino di qualità”. Ma tutto ciò rischia di incrinare il rapporto che la città ha avuto fino ad oggi con la Settesoli, importantissima e prestigiosa realtà economica presente nel territorio, per la prima volta in evidente affanno di fronte alla presa di posizione di quella cittadinanza che fino ad oggi ha sempre avallato tutte le scelte strategiche della società creata dalla famiglia Planeta. Il patron, Diego Planeta, ha comunque voluto sottolineare anche che la realizzazione dovrà passare attraverso la condivisione dell’intera comunità, per cui non è escluso che alla fine possa anche rinunciare alla realizzazione di un’opera che si avvale anche di finanziamenti pubblici.

Redazione Corriere

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