Calogero Mannino ha detto no. Non voterà la fiducia a Berlusconi. Il suo ultimo atto di fiducia fu il 14 dicembre 2010, quando votò a favore allungando la vita al governo Berlusconi. E non fu solo lui. Ci fu Saverio Romano e l’agopuntore Scilipoti. Romano divenne ministro, e Mannino restò a guardare. Prima di tale data, Mannino criticava Bersusconi in ogni dove e in ogni occasione. Poi divenne sostenitore, ora è l’addio.
Da quella fatidica data del 14 dicembre 2010, di fatto, dopo un pò, Mannino è uscito dalla maggioranza e ha lasciato decantare la situazione. Ora è pronto a “sfiduciare Berlusconi”, anche perchè “abbiamo perso il prestigio internazionale”. E va giù con i ricordi di un passato del quale era protagonista: “Nella prima Repubblica quando andavamo ai vertici europei, la signora Thatcher si alzava e andava a salutare Giulio Andreotti”. E poi dice: “La divaricazione tra Berlusconi e Tremonti sta uccidendo il centro destra.
Mannino aveva lasciato l’Udc, insieme a Peppe Ruvolo e a Saverio Romano. Questi ultimi due dondatori del Pid, in via di dissoluzione. Ora è Casini che va su, diventando nuovamete protagonista della scena politica. Stavolta senza il peso, a volte scomodo con Cuffaro, di talui personaggi siciliani.
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