Mamma siciliana lancia l’allarme per una piscina romana con eccesso di cloro

Bimbi in ospedale ma dimessi subito. «La piscina è agibile – hanno detto i titolari – è tutto a norma. Si è trattato di un danno accidentale”

E’ stata una donna palermitana di 36 anni ad evitare il peggio nella piscina della Borghesiana a Roma dove cinque bambini hanno avvertito malori. «Mamma, l’acqua sta diventando gialla» è stato l’allarme lanciato da uno dei cinque bambini intossicati alla mamma, una 36enne originaria di Palermo, che ha poi fatto uscire gli altri piccoli e chiamato i soccorsi. I Cinque bambini hanno avvertito dei malori, probabilmente intossicati, dopo il bagno nella piscina di un centro sportivo, l’Iperium Eventi, in via della Capanna Murata, in zona Borghesiana, a Roma. Trasportati al pronto soccorso, due sono stati dimessi subito, due sono stati ricoverati in reparto pediatrico e il più grave, 9 anni, è ancora ricoverato in terapia intensiva e rischia danni neurologici.

«La piscina è agibile – hanno detto i titolari – è tutto a norma. Siamo in regola con assicurazione, Asl. Lavoriamo senza sosta e con tanti sacrifici. Si è trattato di un danno accidentale. Sono stato io, alle 10.26 di ieri, a chiamare il 112. I bambini tossivano, non respiravano. Ho scritto alla mamma, sono tutti suoi i 5 piccoli che erano in piscina. Ora vorrei solo che tornassero tutti a star bene». Trasportati tutti al policlinico Umberto I di Roma, il più grave ha 9 anni ed è ancora ricoverato in terapia intensiva e in gravi condizioni. «Ieri – ha aggiunto il titolare – c’era tantissima gente per un torneo di calcio, a quanto ho capito, c’era poca pressione. All’improvviso si è accumulata e in un attimo è fuoriuscito solo cloro dalle bocchette vicino alle quali si trovavano i bambini. Solo in quel punto, perché dall’altra parte non è successo niente e in vasca c’erano altre persone. D’altronde parla il libro del cloro – sottolinea – Alle 9.30, quando come sempre abbiamo verificato, era perfetto e i valori erano normali. Non capisco perché tutto questo accanimento».