Due anni di reclusione (pena sospesa) e un risarcimento del danno alla parte civile costituitasi pari a 8.000 euro è la pena inflitta dal giudice monocratico del Tribunale di Sciacca, Roberta Nadori, al saccense Antonino Mistretta, di anni 35 e residente a Menfi. Il reato per il quale è stato processato è di maltrattamenti in famiglia e lesione personale. Fatti accaduti nell’ambito delle mura domestiche menfitane il 14 novembre del 2010. La vittima è la moglie ventiseienne Gloria Muscia, la quale si è costituita parte civile. A rappresentarla in dibattimento l’avvocato Francesco terrazzino del Foro di Agrigento.
Antonio Mistretta, difeso dall’avvocato Michele Barbera, secondo la pubblica accusa avrebbe maltrattato il coniuge colpendola con pugni e schiaffi alla testa e al viso. Avrebbe inferto anche pedate alle gambe e alla pancia. Secondo la pubblica accusa, il Mistretta avrebbe colpito la moglie anche con una cinghia di cuoio, sulla schiena e sulle gambe, profferendo parole offensive e minacciandola di morte.
Il giudice ha anche disposto per Mistretta l’immediata cessazione della misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare, precedentemente applicata dal Gip.
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