MAFIA, “MAGINOT”: NESSUNA ESTORSIONE. ASSOLTI IN APPELLO MAURELLO E PERRICONE. IL PRIMO ERA IN CARCERE QUANDO MORI’ IL GIOVANE FIGLIO SCHIACCIATO DAL TRATTORE

Sono stati assolti in appello Giuseppe Maurello e Antonino Perricone. Il primo di Lucca Sicula, il secondo di Villafranca Sicula.Dopo tredici mesi di detenzione, i due hanno avuto riconosciuta l’assoluzione con formula piena perchè il fatto nion sussiste.

Così ha deciso la Corte d’Appello di Palermo, Sesta Sezione Penale, Presidente Insacco, Relatore Anania, a latere Murgia, in riforma della sentenza del GUP, Lorenzo Jannelli del Tribunale di Palermo.

I due imprenditori, difesi dal penalista saccense Giovanni Vaccaro, erano stati arrestati, nell’ambito dell’operazione “Maginot”, nel luglio del 2011, quali presunti autori di due estorsioni, in danno di due imprese, la COCI e la INFRASTRUTTURE.

Il penalista Vaccaro aveva subito protestata  l’innocenza. “I due si erano limitati a chiedere di poter lavorare”, dice Vaccaro. il Tribunale della Libertà aveva confermato l’ordinanza del GUP Morosini, ma la Corte di Cassazione, Prima Sezione Penale, aveva annullato l’ordinanza, per mancanza di gravi indizi.

Tornato il processo a Palermo, un’altra Sezione del Tribunale del Riesame aveva scarcerato i due lavoratori, nell’agosto del 2012. Due giorni dopo il funerale del giovanissimo Giovanni Maurello, che aveva sostituito il padre nell’attività lavorativa, rimanendo schiacciato dal suo trattore.

Il GUP, in sede di rito abbreviato, aveva assolto i due imputati da una estorsione e condannato a due anni e otto mesi per l’altra estorsione, nella forma del tentativo.

Proposto appello dall’avvocato Vaccaro e discussa la causa in secondo grado, il PG Daniela Giglio e la parte civile avevano chiesto la conferma della condanna, mentre il difensore ha insistito per l’assoluzione, pronunziata oggi dalla Corte con la formula piena “perché il fatto non sussiste”.

(Nella foto, il penalista saccense Giovanni Vaccaro)

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