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MAFIA: LA DIA SEQUESTRA BENI PER 2 MILIONI DI EURO A SCIACCA, BURGIO E CANICATTI’

Posti sotto sequestro beni per due milioni di euro, riconducibili a Pietro Antonio Derelitto, 48 anni di Sciacca, Antonio Giuseppe Perricone, 57 anni di Burgio, Diego Gioacchino Guarneri, 43anni di Canicattì. I beni sequestrati, sono costituiti da cinque appartamenti, appezzamenti di terreno, tre imprese individuali, dodici rapporti bancari e autoveicoli. Derelitto (fratello di Giovanni, anch’egli coinvolto nell’operazione Scacco Matto e ritenuto personaggio di spicco della mafia agrigentina) e Perricone, coinvolti nell’operazione antimafia “Scacco Matto”, sono ritenuti dalla procura antimafia di Palermo, personaggi di spicco della famiglia di Burgio. Guarneri, per la Dda, fa parte della famiglia di Canicattì ed è stato arrestato nell’ambito dell’operazione antimafia “Alta mafia”. Secondo la procura antimafia, Pietro Antonio Derelitto e Antonio Giuseppe Perricone, avrebbero avuto un ruolo importante nella latitanza del boss Giuseppe Falsone, arrestato a Marsiglia, favorendo la latitanza stessa.

Dagli atti processuali è emerso che il Perricone avrebbe anche incontrato il superlatitante e capo di Cosa Nostra, Bernardo Provenzano. Secondo quanto sarebbe emerso, Perricone avrebbe incontrato il superboss nella masseria, dove viveva, due giorni prima che venisse arrestato. Guarneri, come emerge da atti giudiziari, sin da giovane avrebbe beneficiato della piena fiducia del capo mafia canicattinese, nonché zio, Antonio Guarneri, deceduto nel 1998, il quale lo avrebbe introdotto nelle attività della cosca. I provvedimenti di sequestro sono stati emessi dal Tribunale di Agrigento, su richiesta della Dda di Palermo. Derelitto, processato con il rito abbreviato, è stato assolto, il pubblico ministero aveva chiesto 12 anni di reclusione. E’ in corso l’appello, la cui sentenza è prevista nelle prossime settimane. Perricone, giudicato con rito ordinario a Sciacca, è stato condannato alla reclusione di 12 anni e 6 mesi. I legali hanno proposto appello, il processo di secondo grado è prossimo a celebrarsi.

 

Nelle foto: Pietro Derelitto e Antonio Perricone

Redazione Corriere

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