La Direzione investigativa antimafia di Agrigento, ha sottratto un patrimonio alla mafia agrigentina per un valore di oltre 1 milione di euro. Il provvedimento, emesso dal tribunale di Agrigento su proposta della Dda di Palermo, riguarda in particolare la confisca dei beni riconducibili all’imprenditore Biagio Smeraglia, 49 anni, di Ribera, e il sequestro di quelli nella disponibilità di Pasquale Alaimo, 43 anni, di Favara. I due imprenditori sono ritenuti vicini alle cosche mafiose agrigentine: il primo alla “famiglia” Capizzi di Ribera; il secondo a quella di Favara detta “code piatte”. Alaimo, indicato come favoreggiatore di alcuni boss mafiosi latitanti poi catturati, come Giuseppe Falsone e Maurizio Di Gati, è attualmente dopo essere stato condannato a 13 anni di reclusione dalla Corte d’Appello di Palermo. Tra i beni colpiti dai provvedimenti della magistratura vi sono immobili, conti correnti, veicoli, polizze assicurative, quote di società ed altro. L’operazione è stata coordinata dal centro operativa della Dia di Palermo, diretto dal colonnello Giuseppe D’Agata.
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