L’Unione Europea si appresta a varare la prima parte del pacchetto sull’energia mettendo sul tavolo innanzitutto la riduzione della domanda elettrica, oltre alla tassazione sugli extra-profitti per le multinazionali dell’energia e al contributo di solidarietà da parte delle società che lavorano i combustili fossili.
Il grande assente nel pacchetto che oggi la Commissione discuterà a Strasburgo, salvo colpi di scena, sarà il price cap. La misura giace in un limbo. Da un lato, con Mosca che ha chiuso i rubinetti, appare superata. Dall’altro, un tetto ai prezzi generalizzato al gas importato dall’Ue non incontra il consenso necessario. Nella bozza della proposta si legge che «la riduzione obbligatoria «dovrebbe risultare» da un taglio operato «in 3-4 ore per giorno lavorativo in media, che normalmente corrispondono alle ore di picco dei consumi.
Tale fascia – si legge ancora – può includere «anche la generazione di elettricità di fonti rinnovabili». Nella scelta di queste ore gli Stati membri «hanno un margine di discrezionalità», prevede la proposta.
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