Luigi Genovese alla guida dell’Ast: scoppia la polemica, pioggia di accuse alla Regione

Davanti alla sede dell’azienda, si sono svolte manifestazioni con cartelloni ironici
La nomina di Luigi Genovese, figlio dell’ex deputato Francantonio, alla presidenza dell’Azienda Siciliana Trasporti (Ast) ha acceso un acceso dibattito politico e mediatico, sollevando critiche feroci da parte dell’opposizione e difese altrettanto decise dai suoi sostenitori.
La scintilla della contestazione
La decisione della Regione Siciliana di affidare a Genovese la guida dell’Ast ha provocato una vera e propria bufera. Davanti alla sede dell’azienda, si sono svolte manifestazioni con cartelloni ironici come “Il merito? Si Ast…utò”, a sottolineare il malcontento per quella che viene percepita come una nomina dettata da logiche politiche piuttosto che da criteri di competenza.
Le accuse dell’opposizione
Davide Faraone, capogruppo alla Camera e vicepresidente di Italia Viva, ha parlato senza mezzi termini di “assassinio del merito in Sicilia”, denunciando una gestione lottizzata da parte del presidente della Regione Renato Schifani. “È paradossale – ha dichiarato – che Schifani, già contrario alla nomina di Tardino all’Autorità portuale per mancanza di requisiti, oggi riempia enti strategici con candidati sconfitti, scelti per appartenenza politica e non per competenza. Un concentrato di nepotismo e malaffare”. Sulla stessa linea Ismaele La Vardera, leader di Controcorrente, che ha puntato il dito contro “una politica che favorisce amici e interessi personali, costringendo molti siciliani a lasciare la regione. Le risorse pubbliche sono diventate regali di potere, non strumenti di responsabilità”. Anche Fabrizio Micari, ex rettore e dirigente di Italia Viva, ha criticato i criteri adottati per le nomine: “Spesso si premia l’incompetenza, la mancata elezione e i legami familiari o politici da tutelare”.
La difesa di Lombardo
A spezzare una lancia in favore di Genovese è stato l’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, che lo ha accolto nel suo partito. “Basta con le accuse dei ‘leoni da tastiera’ – ha dichiarato – Genovese ha ottenuto oltre 9.000 preferenze alle regionali del 2022, risultando tra i più votati. Per pochi voti non ha conquistato il seggio. Prima di giudicare, si valuti il suo curriculum e lo si confronti con quello degli altri nominati negli enti siciliani. Chi ha titoli migliori di lui?”.
Una nomina che divide
La vicenda continua a polarizzare l’opinione pubblica, alimentando il dibattito su trasparenza, merito e l’influenza delle dinamiche familiari e partitiche nella gestione della cosa pubblica. La nomina di Genovese, lungi dal placarsi, si conferma uno dei casi più controversi della politica regionale siciliana degli ultimi mesi.