“Siamo una società che ha dimenticato l’esperienza del piangere”
“La Chiesa vi è vicina nella ricerca di una vita migliore e più dignitosa per voi e le vostre famiglie”. Così Papa Francesco durante l’omelia a Lampedusa si rivolge ai migranti. “Quando alcune settimane fa ho appreso la notizia che purtroppo tante volte si è ripetuta” di nuove vittime tra i migranti, nel Canale di Sicilia “il pensiero mi è tornato come una spina nel cuore, allora ho sentito che dovevo venire qui a pregare, a compiere un gesto di vicinanza e a rivegliare le nostre coscienze. Quanto è accaduto non si ripeta – ha aggiunto – Chi è il responsabile del sangue di questi fratelli e sorelle? Nessuno? Tutti noi rispondiamo così: non sono io, io non c’entro, saranno altri, non certo io”, ha detto il Pontefice durante l’omelia a Lampedusa. “Dio – ha aggiunto il pontefice – chiede a ciascuno di noi: ‘Dov’è il sangue di tuo fratello che grida fino a me?’”, “abbiamo perso il senso della solidarietà fraterna. Siamo caduti nella globalizzazione dell’indifferenza. Siamo una società che ha dimenticato l’esperienza del piangere, la globalizzazione dell’indifferenza ci ha tolto la capacità di piangere”.
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