Si chiuderà oggi pomeriggio l’esperienza del governo Lombardo. Raffaele “l’autonomo”, non vuole dibattito in aula, solo pronunciare il suo addio e basta. Si conclude, così, l’era lombarda, la più turbolenta esperienza governativa che la Sicilia abbia conosciuto. Raffaele Lombardo sarà ricordato come il governatore dei record. Record di rimpasti di giunta, record di cambi di alleanze, record di consulenti e incarichi, anche quasi a tempo scaduto.
Eletto con l’alleanza dei centrodestra, subito cambia e manda via il Pdl, poi l’Udc. Avversario del Pd in campagna elettorale, la sua concorrente è Anna Finocchiaro, poi si allea col “nemico”. Raffaele l’irrequieto”, un politico che non riesce a mantenere un equlibrio politico pare proiettatto costantamente a distruggere ciò che crea. Non sono passati i cinque anni di governo. La legislatura siciliana si chiude in anticipo tra mille polemiche, compresa l’ultima che vede la Sicilia in un grvissimo stato di liquidità finanziaria. Fallimento o quasi è solo una sottogliezza, la verità è sotto gli occhi di tutti. La colpa di una Sicilia dedita all’assistenzialismo certamente non è di Lombardo. Decenni e decenni di politica clientelare ha portato la Sicilia ad avere un esercito di precari, forestali, dipendenti regionali. Ora tutti i nodi sono al pettine.
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