I giudici della Suprema Corte nella tarda serata di ieri hanno infatti riformulato la sentenza di appello nei confronti di Vincenzo Lo Giudice, ex assessore e parlamentare regionale nonché ex sindaco di Canicattì, e Salvatore Failla, ex presidente dello Iacp di Agrigento. Per entrambi i giudici hanno riconosciuto insussistente l’aggravante mafiosa col risultato che i reati minori sono andati prescritti. In appello la Corte, presieduta dal giudice Sergio La Commare, aveva condannato Vincenzo Lo Giudice ad 11 anni e 4 mesi di carcere, e Salvatore Failla a 4 anni. Lo Giudice si è visto ridurre la condanna a 10 anni mentre Failla è stato assolto. Alla Cassazione si sono rivolti anche l’ex dirigente del Genio Civile di Caltanissetta Salvatore Iacono, e l’ex dirigente agli Affari generali del Comune di Canicattì, Salvatore Giambarresi, che benché assolti per prescrizione avevano chiesto ai giudici di entrare nel merito.
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