LICATA: FINANZIERE COINVOLTO IN CONCUSSIONE RESTA IN CARCERE. IL RIESAME RIGETTA LA SCARCERAZIONE

Graziano Bianco, militare della Guardia di Finanza, rimane in carcere. Il Tribunale del riesame ha rigettato la richiesta di scarcerazione della difesa. Rimane applicata, dunque, la massima misura ristrettiva inflitta dal Gip.

L’operazione che ha smacherato un’attività di concussione risale allo scorso fine marzo. Incastrato da una telecamera nascosta che riprende la consegna di una tangente, il militare della Guardia di finanza è stato arrestato dai colleghi per il reato di concussione. Si tratta di Graziano Bianco, 33 anni, in servizio alla polizia giudiziaria della Procura di Gela.

Secondo quanto accertato il giovane finanziere avrebbe chiesto 60 mila euro a un imprenditore licatese, minacciandolo in caso si rifiutava di pagare, che l’avrebbe perseguitato per reati legati alla legge 488. L’imprenditore in passato avrebbe ricevuto dallo Stato proprio attraverso la legge 488 un aiuto economico a fondo perduto per avviare un’attività lavorativa.

La delicata inchiesta è coordinata dal pubblico ministero Salvatore Vella, dal procuratore aggiunto, Ignazio Fonzo, e dal procuratore capo Renato Di Natale. Stamani, il Gip del Tribunale di Agrigento, Luisa Turco, ha convalidato il fermo disponendo il trasferimento del finanziare nel carcere di Agrigento.

Graziano Bianco è stato aggregato da poco tempo alla Polizia giudiziaria della Procura di Gela. Sono durate due settimane le indagini, coordinate dalla stesso Comando della Guardia di Finanza. Una fiducia verso le fiamme gialle che la Procura della Repubblica ha voluto rimarcare affidando le indagini e il compito di far pulizia delle mele marce.

Il risultato delle indagini ha dimostrato l’efficacia e la determinazione delle fiamme gialle. L’imprenditore, dopo le richieste del finanziere, si è presentato in Procura, ad Agrigento, per denunciare la concussione. Sono partite subito le indagini da parte della Procura, in collaborazione con il Nucleo Polizia Tributaria di Agrigento, comandato dal tenente colonnello Cecere.

Bianco avrebbe imposto all’imprenditore “Il pizzo” di 60 mila euro per “aggiustare” un procedimento penale che sarebbe stato a carico dell’imprenditore e inerente la realizzazione di un complesso turistico del valore di 10 milioni di euro. Procedimento che sarebbe stato in corso presso la Procura della Repubblica di Gela, dove il finanziere era in servizio. Avrebbe promesso all’imprenditore di evitare il sequestro penale della struttura turistica, impedendo anche l’applicazione di misure cautelari.

La prima “mazzetta” è stata incassata a Licata, per l’importo di 3 mila euro. La stessa sera, il finanziare avrevve festeggiato con amici organizzando una cena. La seconda “mazzetta” era di 2 mila euro, dopo due settimane dalla riscossione della prima. Il tempo di intascarla e zac, arriva il blitz dei militari delle fiamme gialle che arrestano in flagranza di reato il finanziere. Il tutto ripreso dalle telecamere.

In tutto sono 15 gli indagati. Bianco sarebbe stato prossimo a comprare una fiammante Audi A4. Il frutto della concussione, 60 mila euro, sarebbe stata proposta all’imprenditore con modalità “agevolata”. Bianco avrebbe “concesso” una comoda rateizzazione fino a giugno prossimo. Il lavoro della Procura della Repubblica, la determinazione delle Fiamme Gialle a non permettere di scalfire l’impegno e l’immagine con cui opera, la denuncia dell’imprenditore, hanno posto fine ad una vicenda davvero spiacevole.

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