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LE OPERAZIONI DELLA MAGGIORANZA: TRE PER UNO

Editoriale di Filippo Cardinale

Fabrizio Di Paola rischia di trovarsi di fronte un insidioso pallottoliere Una vignetta di Forattini è davvero straordinaria e risale al Governo Spadolini. Quei governi, frutto del consolidamento del principio dell’alternanza, erano piuttosto precari. La verifica era all’ordine del giorno e preannunciava, solitamente, vento di burrasca. La vignetta di Forattini ritraeva i segretari di partiti riuniti attorno a Spadolini, nudo. Essi avevano in mano una lente di ingrandimento puntata sugli organi genitali del panciuto Presidente del Consiglio. Forattini, con la sua vignetta, metteva in risalto le note misure del membro di Spadolini, piuttosto ridotte, tanto che era necessario munirsi di lente di ingrandimento.

Torniamo ai nostri giorni. Non vi sono in giro voci che riportano le misure dei membri dei nostri personaggi politici locali. Dunque, la verifica potenzialmente non avrebbe bisogno dell’utilizzo della lente di ingrandimento. Dunque a che serve? Serve a fare il punto della situazione politica e amministrativa.

Due sono i temi salienti. La necessità di imprimere alla giunta una velocità diversa da quella con la quale viaggia attualmente, capace di dare concretezza al programma elettorale. L’Amministrazione Di Paola rischia di proseguire sul solco dell’ordinaria amministrazione. La città è meno abbandonata di prima, è vero, ma non basta. Questa città esce dal solco dell’ordinario se cambia la cultura della classe politica (e non solo). Una cultura che non si vanta di fare la scerbatura o la pulizia delle strade o dei valloni e passarli come obiettivi di straordinario valore amministrativo-politico. Parlare ancora ti tali obiettivi è mortificante, presupposto che la città deve essere pulita, scerbata per regola acquisita.

Il secondo tema della verifica, ma è considerato più pregnante rispetto al primo, è il riequilibrio della composizione della giunta. Il Pdl, è superfluo nasconderlo, tende mira ad avere il secondo assessore. Dunque, da un progetto civico iniziale, Fabrizio Di Paola sembra spinto, da altri, a virare la sua rotta verso l’abbraccio dei partiti. Di Paola fino ad oggi ha tenuto la barra al centro, seguendo la rotta iniziale. Ma il contesto è cambiato e il senatore Giuseppe Marinello spinge per una maggiore “visibilità” in giunta.

La formula matematica  che va di moda in questi giorni è quella di un assessore ogni tre consiglieri comunali. Una sorta di manuale Cencelli rivista e che non considera la proporzione percentuale. Cosa che secondo il pensiero di Massimiliano Cencelli era di vitale importanza. Così operando, l’equilibrio della giunta Di Paola salta e Di Paola dovrebbe munirsi di bacchetta magica.

Attualmente, il Pdl con sei consiglieri (Casciaro, Dimino, Emmi, Alba, Milioti e Di Natale) comunali ha un assessore con Gaetano Cognata. Sciacca al Centro, con tre consiglieri comunali (Graffeo, Pisano e Monteleone) ha un assessore, Ignazio Bivona. Ex Cantiere Popolare o Big Bang, con tre consiglieri comunali (Augello, Catanzaro e Settecasi) ha un assessore con delega a vice sindaco, Vincenzo Porrello. Progetto Sciacca, con tre consiglieri comunali (Bono, Falautano e Lombardo) ha la presidenza del Consiglio comunale, con Calogero Filippo Bono.

E gli altri assessori, cioè Caracappa, Monte e Campione? Qui nasce la nota dolente e qui si forma il terreno della lotta all’interno della maggioranza. Caracappa, che si è dimesso da consigliere comunale per ricevere l’incarico di assessore, è rimasto privo di “protezione”. Si era dimesso con le garanzie di “tutela” da parte di Vittorio Di Natale, primo dei non eletti della lista Patto per il Sud. Di Natale ha aderito al Pdl e ieri è stato nominato capogruppo. Come farà il capogruppo del Pdl ad avanzare tutele per Caracappa che non è in buoni rapporti con piazza Mariano Rossi? Secondo la regola del tre per uno, Caracappa ha la poltrona traballante non avendo nessun consigliere comunale del suo partito.

Salvatore Monte non rientra nella regola del tre per uno. La lista di appartenenza, Uniti più Forti, si è indebolita. Salvatore Alonge si è reso indipendente. Monte può contare su un  consigliere  comunale, Pasquale Bentivegna. Mario Turturici ha da qualche giorno notificato a Fabrizio Di Paola che Monte non è rappresentativo dell’intera lista Uniti più Forti, ma solo della lista Sciacca Più.  Dunque solo uno e quindi fuori dalla incombente regola. Monte in questi giorni sta tendando una missione di pace tra Alonge e Bentivegna, ma è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che la missione di Monte riesca.

Daniela Campione, sin dall’inizio è stata fuori dall’appartenenza a partiti. La scelta di Daniela Campione è una scelta tecnica. Adesso, però con l’aria che tira, sarà difficile per Fabrizio di Paola tenere ancora saldamente le redini. Gli assessori sono 6. Secondo la regola del tre per uno, il quadro del governo cittadino dovrebbe essere: 2 a Pdl, 1 a Sciacca al Centro, 1 Progetto Sciacca, 1 ex Cantiere Popolare. Secondo questo schema, il Pdl oltre a Gaetano Cognata dovrebbe inserire Davide Emmi. Emmi lascerebbe il posto a Anna Collica, adesso la prima in graduatoria dei non eletti. Il Pdl è orientato ad un assessore uomo. Fabrizio Di Paola potrebbe, così, garantire  l’assessorato a Daniela Campione.

Ma il Pdl con due assessori sarebbe sovradimensionato perché, senza nasconderci dietro il dito, ha anche la Presidenza del Consiglio con Calogero Filippo Bono. Questi, infatti, al di là del fatto che è papà della lista Progetto Sciacca, è direttamente collegato al Pdl. Tra l’altro, il Pdl ha anche la vice presidenza con Antonio Casciaro. Insomma, piazza Mariano Rossi mira a blindare il sindaco.

A traballare effettivamente sarebbero Caracappa e Monte. E all’orizzonte si sta profilando la compattezza di un gruppo di consiglieri comunali che all’interno della maggioranza stanno coagulandosi nell’elaborazione di alcune proposte amministrative che darebbero un segnale più corposo al programma elettorale di Di Paola.

Un gruppo che dagli attuali cinque consiglieri comunali potrebbe toccare la cifra di nove, dieci. Qui il primo scontro è su un segnale che dovrebbe essere diretto alla città, ai cittadini supertassati, ai contribuenti che non ce la fanno più. Il campo di confronto è sulla opportunità di tagliare taluni costi che rientrano nel campo delle retribuzioni alte del Comune. Ma non solo questo. Vi sono altre proposte in elaborazione. L’amalgama di questo novello gruppo potrebbe mettere Fabrizio Di Paola più al riparo dai venti che soffiamo come turbine da piazza Mariano Rossi e che mirano a perimetrarlo.

Ritornando alla matematica, la regola del tre per uno è una mina pericolosa per il sindaco. Una buona regola sarebbe quella di garantire la presenza in giunta secondo lo spirito originale sbandierato in campagna elettorale e lasciando da parte formule matematiche. Il sindaco si assuma il coraggio e la determinazione delle scelte. Ma soprattutto guardi negli occhi gli elettori che gli hanno tributato consenso per quello che ha promesso, anche sul campo della morale politica.

Redazione Corriere

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