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L’ATTESA. Editoriale di Filippo Cardinale

Il panorama politico di questi giorni, alimentato da ipotesi di candidature che poi sfumano inesorabilmente, si caratterizza sostanzialmente per un elemento: l’attesa. Il fattore tempo sembra scandire la tabella di marcia verso la presentazione delle liste. Lasso di tempo piuttosto breve.

 L’attesa denota quanto la fine anticipata del mandato sindacale abbia influito nell’alveo dei partiti e dei politici locali. Le dimissioni di Vito Bono, decise nel suo silenzio e nei suoi tempi, sembra proprio il prezzo che l’ex sindaco avrebbe imposto a fronte di una situazione della ex maggioranza invivibile, litigioso, insopportabile. Insomma, muoia Sansone con tutti i filistei. L’ex sindaco è riuscito nell’intento, lasciando, tuttavia, una città in balia delle mareggiate prodotte dalla sua stessa amministrazione. La maggioranza che ha sostenuto Vito Bono dimostra quanto alto sia il tasso di indecisione che l’ha contraddistinta in questi pochi anni di convivenza.

L’unica certezza è la candidatura di Sel con Enzo Guirreri. Sel va avanti in solitudine, ma almeno presenta un proprio e diretto impegno nella competizione elettorale. L’essere pronti dimostra già che hanno un programma e dei nomi.

Italia dei Valori procede con ritmi di alta velocità, sfornando continue conferenze stampa nel bar di felliniana memoria. Domani alle ore 12 è prevista l’ennesima conferenza stampa: sono preannunciate sorprese.

 Il Pd seguita a percorrere il solco della divisione. La d della sigla sembra proprio l’abbreviazione di quel verbo ormai tanto in uso nell’ex partito di Berlinguer. In più, nella nostra città, presenta una novità: il dualismo dei cugini Marinello (il deputato regionale e il commissario liquidatore della Sogeir). Vogliono tentare di convincere che il loro procedere in sinergia non sia collocabile nei perimetri stretti di una famiglia. Né tanto meno, ci convince la loro “falsa” litigiosità. Se il manager specialista della raccolta differenziata intende proseguire la sua corsa verso la conquista della poltrona da sindaco da “solitario”, cioè anche senza la benedizione del cugino deputato, lasciando intravedere una “rottura familiare”, beh, questo proprio non possiamo sorbirlo come se fosse acqua fresca. Non c’è dubbio che si tratta di una strategia politico-elettorale ben condivisa in famiglia.

Il Terzo Polo ha dimostrato quanto precaria sia la politica.

L’Udc saccense dice di non farne parte. Il partito saccense, coordinato da Stefano Scaduto, prende le distanze da Fli, Api e Mpa, responsabili di aver governato in “modo fallimentare” con Vito Bono.

Fli lancia l’ex presidente del Consiglio comunale, Gioacchino Marsala, prendendo in prestito esortazioni bibliche tipo “chi mi ama mi segua”. Mpa, partito che ha avuto due assessori di peso, non presenta candidato alcuno. E’ in attesa di novità e spera in una discesa in campo, senza targa Pdl, di Fabrizio Di Paola.

Api attende. Anche il partito di Cusumano, che ha una panchina lunghissima, attende. L’attesa dovrebbe venire da quella disponibilità di Fabrizio Di Paola, alle stesse condizioni di cui sopra.

Ma c’è anche un folto gruppo di “civici” in attesa di Fabrizio Di Paola. Questo consistente gruppo è coordinato da Salvatore Monte. Ma l’attesa dovrebbe terminare oggi. Da domani si scende in campo, anche senza Fabrizio Di Paola.

Mario Turturici è in campagna elettorale. E’ fuori dalla mischia, ma lavora sodo. Lui non attende nessuno, forse. Ma ha le idee chiare.

Nell’attesa che Fabrizio Di Paola decida. La questione del Pdl rimane “un programma”. Il deputato Giuseppe Marinello giura di non aver ancora deciso. Nessuno gli crede. Solo Fabrizio Di Paola. Il penalista saccense avrebbe davanti a sé la richiesta “popolare”. Una candidatura a “furor di popolo”. Il suo ostacolo è edificato da un elemento caratteriale: essere trasparente e leale fino in fondo. C’è un particolare, però, che altri non usano lo stesso metro con lui. A buon intenditore poche parole.

Anche noi del Corriere di Sciacca attendiamo. Attendiamo che la classe politica sia all’altezza della grave situazione in cui versa Sciacca.

Redazione Corriere

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