«Non vedo e non sento mio fratello Matteo da più di vent’anni. Non faccio parte di Cosa nostra. Non ho commesso estorsione in danno di Girolama La Cascia: era stata la mia madrina Caterina Bonagiuso a dirle di darmi una parte dell’eredità, 70 mila euro, che ricevetti con tre assegni che depositai in banca. Se questa è un’estorsione, l’ho proprio fatta male». È così che davanti il Tribunale di Marsala (presidente Gioacchino Natoli) si è difesa Anna Patrizia Messina Denaro, sorella del boss latitante, imputata, con le accuse di associazione mafiosa ed estorsione, nel processo scaturito dall’operazione «Eden» del 13 dicembre 2013.
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