SCIACCA. Una riapertura tanto attesa quanto… inattesa: il Teatro Popolare Samonà di Sciacca, chiuso da anni e oggetto di lavori recenti, riaprirà le sue porte il 1° agosto per ospitare la mostra-evento “Caravaggio, tra l’oscurità e la luce”, visitabile fino al 14 dicembre 2025. L’iniziativa, promossa da Mediterranea Arte e Navigare, si inserisce nel cartellone ufficiale di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 (non faceva parte del dossier iniziale e come altre iniziative è nata dopo) e gode del patrocinio della Regione Siciliana, del Libero Consorzio di Agrigento e del Comune di Sciacca. L’esposizione si articola in cinque sezioni con 22 opere tra maestri del passato e artisti contemporanei, culminando con il capolavoro originale “L’incredulità di San Tommaso” di Caravaggio. Un evento di grande prestigio, che trasforma temporaneamente il teatro in spazio espositivo d’eccellenza, rilanciando un edificio simbolico sul piano architettonico progettato negli anni ’70 dagli architetti Giuseppe e Alberto Samonà, ma simbolico anche sul piano dei ritardi nella realizzazione e del notevole denaro pubblico impegnato in oltre 40 anni. La notizia, diffusa su scala regionale dall’agenzia Ansa e probabilmente gestita direttamente da Palermo, era comunque nell’aria: c’erano stati diversi sopralluoghi e alcuni componenti dell’amministrazione comunale qualche dettaglio lo avevano riferito a parenti e amici. Ma se l’annuncio ha suscitato entusiasmo tra cittadini e operatori culturali (ci sarà un indubbio ritorno per la città), non mancano gli interrogativi. Chi gestirà concretamente il teatro durante i mesi di apertura? Quali sono i dettagli dell’accordo tra Regione, Comune e organizzatori? E soprattutto: cosa accadrà dopo il 14 dicembre, quando la mostra chiuderà i battenti?
Secondo alcune fonti, la gestione operativa sarà affidata al Comune di Sciacca con il supporto di soggetti privati, ma l’amministrazione non ha ancora fornito comunicazioni ufficiali. Nessuna conferenza stampa, nessun piano di rilancio reso pubblico. Una scelta che ha alimentato malumori e sospetti, soprattutto considerando le precedenti “false partenze” del teatro, già riaperto per iniziative spinte dalla politica che conta e poi richiuso in passato. La riapertura del Samonà rappresenta comunque un’occasione storica per Sciacca, ma anche una prova di trasparenza e visione politica. I cittadini chiedono chiarezza: il teatro sarà finalmente restituito alla città in modo stabile o si tratta dell’ennesima parentesi culturale a tempo determinato?
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