«La pilotiamo con Schifani». Il “sistema Cuffaro” e le nomine nelle Asp
In una intercettazione spunta l’assessore Elvira Amata che discute su come convincere il governatore. Orazio Schillaci, ministro della Salute indicato come possibile canale per legittimare il percorso
La conversazione intercettata il 3 gennaio 2024 diventa, nel ricorso della Procura al Riesame sull’inchiesta che ha portato Totò Cuffaro ai domiciliari, un tassello centrale di un quadro più ampio. Secondo gli inquirenti, il leader Dc avrebbe lavorato per inserire Alessandro Maria Caltagirone nella terna dei candidati alla guida dell’Asp di Siracusa, orientandone poi la scelta attraverso interlocuzioni con il presidente della Regione, Renato Schifani. Nelle carte compare anche l’assessora Elvira Amata, non indagata in questo filone, che discute su come “convincere” il governatore. Spuntano inoltre i nomi del ministro della Salute Orazio Schillaci e della rettrice Giovanna Spatari, indicati come possibili canali per accelerare o legittimare il percorso. Per la Procura, il nodo è l’intermediazione: una rete di pressioni finalizzata a collocare figure considerate affidabili ai vertici di strutture sanitarie strategiche. La sequenza temporale, osservano i pm, rafforza questa lettura. Caltagirone viene nominato commissario straordinario a febbraio 2024 e, pochi mesi dopo, direttore generale con decreto del 21 giugno. Un iter rapido che gli investigatori collegano alle interlocuzioni intercettate, mentre la difesa rivendica la piena idoneità tecnica del manager e respinge interpretazioni intenzionali delle frasi captate.
Sul fronte cautelare, il 3 dicembre 2025 la gip Carmen Salustro dispone i domiciliari per Cuffaro, ritenendo concreto il rischio di reiterazione e descrivendo un uso sistematico delle relazioni per influenzare decisioni pubbliche. La misura non viene invece applicata a Saverio Romano, a Caltagirone e ai membri della commissione di gara, mentre due ex rappresentanti di Dussmann ricevono obblighi di firma e interdizioni temporanee. Un quadro che evidenzia come il baricentro dell’indagine resti su Cuffaro, mentre per gli altri prevale una linea di maggiore prudenza.





