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LA GUARDIA DI FINANZA DI AGRIGENTO SEQUESTRA BENI IMMOBILI PER 16.5 MLN DI EURO A IMPREDITORE GIUSEPPE BURGIO

I militari del Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Agrigento hanno posto sotto sequestro il patrimonio immobiliare della HO.P.A.F. S.r.l. di Porto Empedocle, società immobiliare a suo tempo amministrata da Giuseppe Burgio, l’imprenditore agrigentino arrestato lo scorso ottobre ad opera dello stesso Reparto nell’ambito dell’operazione “Discount”.

Il provvedimento restrittivo di Burgio era avvenuto in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall’Autorità giudicante che ora si è espressa sul decreto di sequestro del dottor Francesco Provenzano. Il dispositivo del provvedimento recepisce totalmente le richieste formulate dal Pm Brunella Sardoni.

Richieste sostenute dagli esiti degli accertamenti bancari e finanziari completati dalle fiamme gialle di Agrigento.

La HO.P.A.F. S.r.l., le cui quote societarie erano già state sequestrate su provvedimento del Tribunale per le imprese di Palermo a seguito dei fallimenti che coinvolsero le società del Burgio operanti nel settore della grande distribuzione organizzata, è già sottoposta ad amministrazione giudiziaria; le uniche operazioni svolte dalla società sono quelle di affitto del centro commerciale “Le Rondini”, sito in Porto Empedocle.

Gli immobili della HO.P.A.F. S.r.l. sono tre a destinazione residenziale, uno sito a Palermo e due ad Agrigento, in via Minerva, dove il Burgio risiedeva, e due a destinazione commerciale (uno a Porto Empedocle e l’altro a Gela). Il loro valore è stimabile in oltre 16,5 milioni di euro. Tali immobili, “oltre ad essere il frutto delle di plurime ipotesi di bancarotta fraudolenta, venivano utilizzati per protrarre ad libitum tali condotte delittuose mediante la rappresentazione contabile di un valore sovrastimato rispetto a quello reale”.

Tramite false rappresentazioni contabili di questo tipo il Burgio ed i suoi più stretti collaboratori erano infatti risusciti- secondo la prospettazione accusatoria- a procrastinare indebitamente la dichiarazione di fallimento di quattro società, di cui la più strutturata era la nota CENTRO DISTRIBUZIONI ALIMENTARI S.p.a., vera e propria piattaforma logistica per i supermercati di livello provinciale, con danni ai creditori per quasi 50 milioni di euro, e distrazioni direttamente imputabili al Burgio per oltre 13 milioni di euro.

 

Redazione Corriere

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