La flotta pescherecci saccense si assottiglia sempre più: decine di istanze di demolizione
Il bando dell’Unione Europea, per la demolizione delle imbarcazioni da pesca, è più allettante che continuare una attività sempre più imbrigliata da norme comunitarie restrittive e costi esorbitanti
SCIACCA- La flotta peschereccia saccense si assottiglia sempre più. “Fino ad alcuni anni fa demoliva il natante l’armatore anziano che voleva cessare l’attività soprattutto per ragioni anagrafiche, mentre adesso ci sono quarantenni o cinquantenni che preferiscono andare a lavorare su altre barche barche o proprio cambiare mestiere. La crisi è profonda e non si riesce proprio ad andare avanti”. Lo ha detto Calogero Filippo Bono, direttore della cooperativa Madonna del Soccorso di Sciacca al Giornale di Sicilia di oggi. Numeri che dipingono un futuro prossimo a tinte nere e che assottigliano uno sei settori economici che ha sorrette l’economia saccense. Bono afferma che “la metà degli armatori di
Sciacca ha presentato istanza per la demolizione del natante aderendo al bando dell’Unione
Europea”. Oltre alla cooperativa Madonna del Soccorso, la marineria di Sciacca è rappresentata dalla
della cooperativa Pescatori e della San Paolo Consulting. La cifra delle richieste di demolizione dei pescherecci è preoccupante, ma è la realtà cruda. Non tutti riusciranno a rientrare in graduatoria per ottenere il contributo alla rottamazione che si aggira sui 300 mila euro per ogni imbarcazione. Attualmente sono 130 i pescherecci, da ieri ormeggiati in porto per il fermo biologico.