Caso chiuso: dissidi familiari e continue liti tra i due fratelli
Dopo essersi fatto trovare davanti la porta di casa (lui stesso aveva chiamato i carabinieri) Vincenzo Guddemi ha raccontato nei dettagli ai carabinieri tutte le fasi dell’omicidio del fratello. Lo ha fatto al cospetto del magistrato Lucio Varia e dei carabinieri, alla presenza del suo avvocato di fiducia, Nino Tornambè.
All’origine del grave fatto di sangue dissidi familiari che da tempo ostacolavano una serena coabitazione. L’arrestato ha fra l’altro sottolineato di aver accoltellato il fratello al culmine dell’ennesima lite degenerata in colluttazione temendo di poter essere a sua volta assassinato. Il fendente mortale è stato inferto all’esterno del balcone dove la vittima si era rifugiata in un estremo tentativo di sfuggire al carnefice.
Numerosi i vicini che hanno assistito alle ultime fasi della lite poiché attirati dalle grida che avevano squarciato il silenzio della notte e che hanno aiutato i Carabinieri a chiarire definitivamente le ultime e decisive fasi della tragedia familiare. Giuseppe Guddemi è stato trovato riverso in una pozza di sangue con un grosso pugnale conficcato nella schiena.
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