IN TUTTE LE CITTA’ D’EUROPA LE CHIESE SONO META TURISTICA. FORSE SAREBBE STATO MEGLIO UNA MAGGIORE COMUNICAZIONE TRA LE AUTORITA’

EDITORIALE

In tutte le città turistiche, le chiese, specie quelle che hanno valenza storica, sono aperte al culto e alla vista dei turisti. In tutte le città turistiche le chiese sono meta del flusso turistico, del notevole flusso turistico. Naturalmente, resta salvaguardata la sacralità del luogo. Ciò comporta che ogni visitatore deve assumere quel comportamento e abbigliamento consono al luogo sacro.

In una città come la nostra, ricca di chiese storiche, non è accettabile applicare un orario d’ufficio. Anzi, più ridotto di un ufficio, considerato che la Basilica del Soccorso, la chiesa Madre, la chiesa della Patrona, ha chiuso i battenti a mezzogiorno meno qualcosa.

Se l’arciprete afferma candidamente che la chiesa non è una meta turistica, nasce spontaneo il dubbio che nelle altre città, siciliane, italiane, europee, si commetta qualche peccato. Esse, infatti, rimangono aperte e sono meta del flusso turistico.

C’è qualcosa che non torna. Ma al di là delle motivazioni, più o meno acettabili, sarebbe stato grazioso che l’autorità religiosa si confrontasse con quella amministrativa, politica. Magari trovando in tempo utile una soluzione. Invece, ciò non è accaduto. Le decisioni di chiudere a mò di ufficio sono state assunte in modo autonomo.

Sarebbe stato semplice “comunicare”. Del resto, la comunicazione fa parte dei contenuti delle omelie. Venirsi incontro, parlare, comunicare. trovare insieme una soluzione.

Sciacca ha una tradizione diversa. I saccensi hanno ancora il ricordo dei tempi dell’arciprete Falanga. Nelle parrocchie c’è la presenza di associazioni, confraternite, scout. “Spendersi” per il prossimo è bello, specie se si fa anche con i fatti, oltre che con le parole.

Auspichiamo una maggiore sinergia tra Camillo e Don Peppone, almeno nel periodo estivo.

 

 

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