Nel 2014 ogni ora in Italia due aziende si sono presentate in Tribunale per depositare i libri e sancire il loro fallimento. Sessantadue imprese ogni giorno, dunque, hanno chiuso i battenti, un ritmo impressionante, specchio dei tempi, di una fase di crisi che continua ad essere, evidentemente, inarrestabile, anche se, dall’altra parte, nuove imprese aprono i battenti, altri coraggiosi, e spesso un po’ incoscienti, provano a tirar su attività, esercizi commerciali, imprese, aziende. La puntuale analisi fatta da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nella business information, è come sempre precisa ed impietosa, e ci restituisce il quadro di un’Italia dove la parola d’ordine è ancora e sempre resistenza. Le cose vanno male dovunque, la Sicilia in questa classifica nera non è sul podio, ma c’è comunque poco da stare allegri. Non lo è perché, naturalmente, le aree più colpite da questa moria sono quelle dove più massiccia è la presenza di imprese. Comanda la Lombardia, seguono Lazio, Campania, Veneto, Toscana, Piemonte ed Emilia Romagna. All’ottavo posto per imprese fallite nel 2014 la Sicilia, appunto, con 894 aziende che hanno presentato i libri in tribunale. L’incidenza percentuale nel prospetto nazionale è del 5,9%.

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