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IL PING PONG DI AMBROSETTI

Lex direttore amministrativo prima, e generale dopo, dell’Azienda Autonoma delle Terme, Alfredo Ambrosetti, seguita la partita epistolare con il direttore del Corriere di Sciacca. Alla prima lettera, il direttore del nostro giornale ha risposto. Segue una seconda lettera dell’ex dirigente delle Terme che pubblichiamo, ritenendo esaurita la partita e dovendo occuparci di altro.

Caro Direttore,
ribadisco pienamente le osservazioni che ho fatto nella mia email ed il tono che Lei ha usato e, soprattutto, la fotografia che messo sullo sfondo, conferma in pieno tutto ciò che ho già affermato e che ribadisco.
Tralascio il fatto che Lei ha sentito il bisogno di farmi comunicare da terzi il Suo disappunto, cosa già di per sè rimarchevole, dato che da dieci anni il mio cellulare ha sempre lo stesso numero, che Lei ben conosce, così come conosce molti altri modi di raggiungermi. Ma tant’è; i giornalisti, e ne ho uno in famiglia, quindi parlo con cognizione di causa, tendono sempre più che a rispondere alle cose che a loro vengono dette o scritte ad essere sorpresi dal tono, dai modi, dai contenuti, quasi una lesa maestà. Ma ho fatto l’abitudine a questo, è una deformazione della loro professione quella di farci la lezione perché ci siamo permessi.
La prosecuzione dell’attività di gestione degli ATO in liquidazione è disposta dalla legge per evitare interruzioni in un servizio che ha grande rilevanza sotto il profilo igienico-sanitario e dell’ordine pubblico. Altra cosa è la liquidazione di una società come la Terme di Sciacca S.p.A., che continua ad essere gestita da un liquidatore che, come riportato nell’interrogazione, continua a comportarsi da amministratore, con tanto di assunzioni, consulenze e quant’altro è stato oggetto dell’interrogazione del Sen. D’Alia.
Ma al di là di generici proclami contro le scelte di un Governo Regionale lontano e più o meno opportunamente distratto cui Lei ha accennato nella Sua risposta, non mi sembra di avere letto nulla, in questi anni, appunto sulla gestione, ossia sulla materia delle osservazioni fatte da D’Alia e da Firetto,  opinioni che invece, nei confronti del precedente C.d.A. – talmente distante dal mio modo di intendere l’attività amministrativa da avere fatto la scelta di lasciare le Terme – la S. V. formulava copiose, quotidianamente, in modo diretto, a piene mani e senza lesinare critiche ed osservazioni.
Pertanto, su questo, il Suo silenzio (rectius mancanza di critiche e/o osservazioni) – come il Suo stupore -, Se li può riprendere e rispedire a chi vuole, ma restano lì come un macigno.
Per il resto l’unica cosa che mi sento di dire per concludere, avendo letto la risposta del Liquidatore, per la quale presumo, sulla scorta della condivisione, Lei sarà andato in brodo di giuggiole, è che manca ancora qualche piccola indicazione (quella sulle consulenze) e sulla loro ammissibilità nella fase di liquidazione (che probabilmente sarà data al Se. D’Alia), e che non mi incantano né le indicazioni sulle assunzioni comunque denominate (a contratto, rinnovi, ecc.) quando non sono comparate con gli anni precedenti (per intenderci quelli non elettorali),  né gli incrementi delle presenze, specialmente se dovuti a convenzioni INPS da pochi euro, e neppure l’elenco delle manutenzioni (!) alle quali è tenuto ogni amministratore.
Io mi limito a leggere i bilanci, le note integrative e le relazioni del Collegio Sindacale. Leggeremo anche quelli del 2011. Intanto qualche tentativo di sostituire proprio il Collegio Sindacale, forse critico – quello sì – nei confronti della gestione, nonostante quanto riportato dal Liquidatore, sembrerebbe esserci stato.
Perchè non prova a verificarlo e poi magari a riferirlo?
Distinti Saluti

Anch’io rimango fermo sulle mie considerazioni. Comprendo anche che sulle Terme l’ex dirigente Ambrosetti vanta una abbondante e ventennale esperienza, e quindi conosce bene ogni ingranaggio della macchina termale.

Per quanto riguarda il “brodo di giuggiole”, di cui Ambrosetti fa riferimento nell’espistola, ne farò tesoro. Di solito accetto i consigli gastronomici, specie quando provengono da buoni intenditori.

Per ultimo: un cittadino può sempre rivolgersi direttamente alle autorità competenti per esporre eventuali misfatti, al di là dei comunicati stampa di qualche partito o di interpellanze parlamentari costruite con eloquente esperienza vissuta. Non serve un “utile idiota” che faccia da cavallo di Troia. Io sono utile, ma non idiota.

Redazione Corriere

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